MESSINA – Un lungo faccia a faccia con gli investigatori per chiarire la propria posizione e rivendicare la regolarità del proprio operato, passaggio per passaggio. Da un lato Francesco Bonanno, direttore generale dell’Università di Messina, dall’altro la Procura e la Gdf, in particolare il sostituto procuratore Francesca Bonanzinga, titolare dell’inchiesta che ipotizza i reati di turbativa d’asta e pubblico ufficiale in concorso nell’ambito di alcuni appalti affidati dall’Ateneo, allora guidato dall’ex rettore Salvatore Cuzzocrea.
Dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificata lo scorso febbraio a tutti gli indagati, il dg è stato l’unico a scegliere di presentarsi “de visu” in Procura per dire la propria rispetto alle vicende che secondo la magistratura messinese sono “sospette” di reato. (leggi qui TUTTI I DETTAGLI)
Anche gli altri indagati hanno però fornito la loro versione, se pur affidandosi a memorie difensive, depositate agli atti. Tra questi anche l’ex Magnifico Cuzzocrea, che ha messo nero su bianco alcuni chiarimenti sulle vicende finite sotto i riflettori degli investigatori. Il rettore si è dimesso nell’ottobre 2023, lasciando l’ermellino in anticipo rispetto ai “tempi tecnici” di scadenza del mandato.
Si tratta di una serie appalti e lavori già passati in rassegna dall’Autority Anticorruzione, che riguardano l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare dell’Ateneo (10 milioni); il restauro conservativo dei prospetti e la riqualificazione del patrimonio immobiliare universitario (7,8 milioni); la riconversione delle residenze universitarie in due plessi dell’Università (uno 9,4, l’altro 8,4 milioni). Insieme a Bonanno e Cuzzocrea la Procura sta vagliando anche il ruolo degli imprenditori Daniele Zenna, Raffaele Olivo, Giuseppe Cianciolo, Santo Franco, Michelangelo Geraci e Rosaria Ricciardello.
Le dichiarazioni di Bonanno e le memorie depositate dagli altri indagati andranno ora al vaglio della PM Bonanzinga, che una volta conclusa questa attività passerà alla fase successiva degli adempimenti, ovvero formulare le sue conclusioni, che possono essere la richiesta di rinvio a giudizio o quella di archiviazione per i vari indagati.