LA LETTERA

«I miei coetanei hanno smesso di lottare e sono andati via, io resto a Messina nonostante tutto»

MESSINA – Ho 30 anni e sono una messinese che come tutti ha una storia da raccontare.

Una volta laureatami in beni culturali ho deciso di continuare a vivere in questa città nonostante tutto, anziché lasciarla.

Buona parte dei miei coetanei ha smesso di lottare e sono andati via, nel cosiddetto “Nord” che permette di lavorare, anche se pur sempre con dei sacrifici visto che è difficile stare lontano dalla propria terra, difficile comunque ad essere indipendenti pur lavorando.

Chiunque mi dice: “Che ci fai qui con questa laurea?” “Lo sai che devi andare via?” “Qui non troverai nulla!”

Eppure io a tutte queste persone rispondo sempre che non è vero che questa città non ha beni storico-artistici, il problema è che ormai il messinese vive la propria città restando dentro una bolla che si è fermata nel tempo senza progredire, anzi va, via via, sgretolandosi.

Ogni giorno vediamo i croceristi presi dai vari pullman e portati via dalla città per andare verso Catania, Taormina e Tindari. Tutto questo perché ormai è stato fissato nella mente delle persone che questa è solo una via di passaggio verso queste mete più ambite e noi in silenzio osserviamo e accettiamo tutto questo.

Tutte le volte che vado a Taormina mi fa impazzire l’idea di vedere sul telefonino la localizzazione: “Taormina (CT)”!

Fino a prova contraria Taormina è ancora Provincia di Messina, anche se chi vive in luogo preferisce dire che appartengono all’amministrazione di Catania.

Perfino il telegiornale regionale non fa mai menzione della città, nonostante adesso entrambe le squadre di calcio messinesi si trovano nella stessa categoria del Palermo.

Pensate quindi il pensiero che hanno le persone a livello generale di questa sventurata città!

Erbacce e rifiuti al posto delle aiuole, eppure ancora ricordo le immagini della città che mi mostravano i miei nonni, e senza andare molto lontano perfino i miei genitori, di una città florida, piena di aiuole curate e piene di fiori! Le fontane della città erano funzionanti, le strade curate.

Oggi guidare per quelle stesse strade è come trovarsi in una giungla col rischio di investire qualcuno per evitare uno dei tanti fossi che si incontrano lungo il tragitto, ma che dico fossi? Ormai sono diventate voragini!

Una volta il messinese sapeva cosa fosse la civiltà, ma col tempo è tornato ad essere un cavernicolo per l’assenza dei controlli e ad oggi si arriva a parcheggiare perfino in terza fila se la strada lo permette!

Senza sapere la storia che ci precede non siamo nessuno, per questo vorrei ricordare a tutti i miei concittadini che questa città era considerata una porta nel Mediterraneo, e non solo una porta di passaggio! Questa città era simbolo di ricchezza! Considerata così bella e importante dai vari sovrani di Sicilia da posizionarla a pari livello con Palermo! Questa terra è madre di Antonello da Messina e da qui sono passati artisti che ad oggi sono studiati e ammirati in tutto il mondo.

Non culliamoci sul fatto che il terremoto del 1908 ha distrutto quasi tutto di quel ricordo florido, oggi siamo nel 2019 e non funziona più come scusa, ci sono città nel mondo che ogni anno si risollevano dai tornado e vanno avanti ancora più forti di prima!

Quando sento dire “ma Catania è tutta un’altra cosa!” non mi dà fastidio sentire l’elogio per quella città, bisogna essere obiettivi ed è visibile a tutti che ad oggi è così! Mi fa infuriare però sentire in quelle parole la rassegnazione che la situazione è questa e ce la teniamo così!

Abbiamo una costa lunga chilometri con paesaggi unici, eppure ci sentiamo dire che il lungomare di Reggio è il più bel chilometro d’Italia.

Tutta la zona limitrofa al nostro caro Pilone potrebbe essere rivalutata, come anche tutta la costa messinese potrebbe essere l’invidia della famosa riviera Romagnola.

La Sardegna in estate si riempie di Vip perché fa moda, eppure chi vede per la prima volta lo Stretto poi se ne innamora.

Genova non ha nulla in meno a Messina come città di mare, eppure ogni anno attrae visitatori per il suo acquario più grande d’Italia.

Quello che vorrei far capire è che ogni città d’Italia è conosciuta per qualcosa che resta impressa nella mente, Messina invece, per chi la ricollega geograficamente, la conosce solo come luogo di passaggio una volta sbarcati dalla nave e basta.

La mia non è una lamentela perché purtroppo questa è una situazione di stallo che ormai è così da anni! La mia è una speranza di poter mostrare un giorno ai miei figli quello che era una volta Messina e poterla vedere con i propri occhi non solo tramite vecchie fotografie.

Una Messinese fiera