MESSINA – “I risvolti pratici della riforma Cartabia” è stato il tema dell’incontro organizzato dal Rotary Club Stretto di Messina e dall’Ordine degli Avvocati per analizzare caratteristiche e criticità del processo di cambiamento in atto nella giustizia.
«Un argomento sensibile, attuale e rilevante anche per la Comunità Europea», ha affermato il presidente del club-service Pietro Federico, aprendo la serie di interventi introdotti dall’avv. Rocco Vaccarino, «per chiarire gli aspetti di innovazione della riforma», e moderati dall’avv. Vincenzo Ciraolo, segretario dell’Organismo congressuale forense: «I problemi della giustizia devono uscire dal palazzo perché interessano i cittadini. Le carenze di magistrati, personale e strutture sono note e la politica ha raggiunto la consapevolezza di dover intervenire per raggiungere maggiori criteri di trasparenza dell’ordinamento giudiziario».
Il prof. Giacomo D’Amico, docente di diritto costituzionale all’Università di Messina, si è concentrato su un aspetto della riforma che incide sul sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura e «si propone di ridurre il peso delle varie correnti all’interno del CSM elaborando un testo che si basa sulla logica del voto singolo trasferibile e sulla creazione di piccole circoscrizioni favorendo il rapporto elettore-candidato». Una proposta valida ma non unica e non deve creare illusioni: «La questione della giustizia – ha concluso – è di cultura costituzionale e di rispetto delle regole».
«È un problema tecnico e sociale e incide negativamente sulla fiducia dei cittadini nello Stato», ha affermato la presidente del Tribunale di Messina, dott. Marina Moleti, esprimendosi sulla durata dei processi: «Serve tempo per decidere una causa civile o penale. Il problema della durata eccessiva è il rapporto tra il numero dei processi e dei giudici». La riforma, però, potrebbe rappresentare un segnale importante: «Le linee di intervento sono ragionevoli e aggrediscono il problema su più fronti, anche se – ha specificato – ci sono alcuni punti critici che non rispondono alla finalità di abbreviare i tempi».
Una riforma accolta positivamente anche dall’avv. Enrico Trantino del Foro di Catania: «Era attesa da tempo per rendere il processo penale più efficiente e sono state recepite le sollecitazioni dall’Europa di imprimere un’accelerazione». Si cerca così di avere un controllo sui protagonisti del processo e ridurre i tempi di azione, mentre la novità principale «è il diritto all’oblio – ha aggiunto l’avv. Trantino –. Finalmente è prevista la cancellazione dei dati personali sul web». «La riforma potrà ringiovanire i meccanismi e da cittadini – ha concluso il presidente Federico – dobbiamo pretendere una giustizia veramente giusta, con la G maiuscola».