MESSINA – Ritardi nelle esenzioni Tari. Prima il consigliere Cosimo Oteri e adesso Libero Gioveni (nella foto in basso), capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio, hanno posto il problema senza risparmiare critiche: “Troppo facile addebitare i ritardi sulla formulazione della graduatoria delle esenzioni Tari alla possibilità data di aver presentato le domande anche in maniera cartacea”. Ora la risposta dell’amministrazione Basile. La sostanza è che, secondo sindaco e Giunta, “soltanto una procedura totalmente digitale delle domande avrebbe permesso l’inserimento per i beneficiari dell’importo spettante, già nella bolletta di saldo 2023. Ribadiamo a quella parte di Consiglio, che ha votato per la domanda anche cartacea, che osteggiare la digitalizzazione dei servizi comunali, e obbligare l’ente a utilizzare ancora modelli cartacei per i servizi comunali, non è altro che un danno per gli stessi cittadini”. Di conseguenza, la riduzione andrà nella bolletta di giugno, dato che risultano 4.200 le domande cartacee.
Sostiene l’amministrazione: “Tutto ha inizio quando una parte del Consiglio comunale a settembre 2023, nell’approvare i requisiti per accedere al bando di riduzione ed esenzione Tari per un totale di 733.000 € di fondi, che il sindaco, come assessore al Bilancio, aveva stanziato nel bilancio 2023, decise di emendare la proposta di delibera. Decise di emendare, obbligando l’ente ad accettare anche domande cartacee per accedere al bando. L’assessore Roberto Cicala, con delega ai tributi e ai sistemi informativi, sia in Commissione che in Consiglio comunale, fece presente che la procedura cartacea non avrebbe permesso in tempo di poter inserire nella bolletta di saldo 2023, agli aventi diritto, la riduzione spettante”.
Continua la Giunta Basile: “Questo perché la misura non è un “bonus”, ma un’esenzione o riduzione alla Tari e come tale va calcolata al momento dell’emissione delle bollette/fatture inserendo nella scheda contabile del soggetto passivo l’importo spettante e quindi detrarre la riduzione parziale o la totale esenzione dal totale da pagare. Le bollette/fatture saldo 2023 sono state calcolate prima della fine di novembre pertanto, soltanto una procedura totalmente digitale delle domande avrebbe permesso l’inserimento per i beneficiari dell’importo spettante, già nella bolletta di saldo 2023”.
Si legge ancora nella nota: “Con più di 4.200 domande cartacee in cui occorre verificare il documento di identità, la corretta iscrizione al tributo Tari, il certificato Isee, attraverso una richiesta all’Inps, e poi
digitalizzare il dato per creare una graduatoria, non è attività fattibile in poche settimane. Questa attività è stata pianificata già da tempo e sarà conclusa entro la prossima emissione delle bollette/fatture di acconto 2024 e prevede un calcolo che terrà conto degli importi spettanti, verificando crediti e debiti del ruolo Tari del soggetto passivo beneficiario”.
E ancora: “Qualora, per un qualsiasi motivo, il soggetto beneficiario della riduzione o esenzione della Tari
per l’anno 2023, non abbia più una iscrizione per l’anno 2024, ad esempio perché emigrato, si
procederà ad emettere calcolo a credito e rimborso dell’importo spettante, ovviamente se già pagato
regolarmente. L’impegno di quest’amministrazione è quello di colmare il gap digitale fra i cittadini. La politica corretta è quella di aiutare coloro che non riescono oggi ad accedere ai servizi digitali fornendo loro gli strumenti per mettersi al pari degli altri e non quello di lasciare servizi vecchi ed obsoleti, costosi e lenti, rimanendo indietro nel processo di digitalizzazione del Paese e sprecando risorse per attività
inutili. Per questa ragione era stata anche prevista la possibilità di delegare soggetti che potessero dare
aiuto alla presentazione della domanda, come ad esempio parrocchie, associazioni di volontariato,
Caf, patronati, amici, parenti, etc.”.
Conclude l’amministrazione: “Oggi la quasi pluralità dei servizi comunali e statali sono accessibili solo attraverso procedure telematiche, e senza andare lontano, si ricorda come in una sola settimana il comune di Messina ha gestito l’emissione buoni mensa per gli alunni delle scuole comunali in maniera totalmente digitale. E si ricorda ancora che nel 2020, in piena emergenza Covid, sempre il Comune di
Messina riuscì ad erogare entro poche settimane i buoni spesa alimentare ad oltre 10.000 famiglie,
con una piattaforma creata a misura per l’occasione. Provate ad immaginare se avessimo permesso anche la possibilità di richiedere i buoni alimentari con le domande cartacee? Forse la gente oggi sarebbe ancora in fila ai supermercati e alle farmacie”.