La discarica di Comunia, a Motta San Giovanni, continua a rappresentare una ferita. E anche secondo Italia del Meridione non deve riaprire i battenti.
Troppi rifiuti in discarica, riflette il vicesegretario regionale di Idm Rita De Lorenzo (già nelle fila di Tesoro Calabria). «La direttiva sui rifiuti stabilisce una gerarchia che prevede la prevenzione, la preparazione al riuso, il riciclaggio e il recupero ed infine lo smaltimento». E a maggior ragione oggi, con la Transizione ecologica ed recepire pure in Pnrr gli input europei, urge avvicinarsi di più all’obiettivo: «La rigenerazione dei rifiuti come risorsa e la riduzione al minimo della porzione da conferire a discarica» .
In quest’analisi, che ha molto più di tecnico che di politico, convincono poco le soluzioni proposte in Calabria, dove «continuano ad essere le discariche a cielo aperto o alcune discariche situate in zone non idonee: zone franose e/o vicine ai centri abitati». Di qui l’opposizione di Italia del Meridione alla riapertura della discarica mottese, già prospettata dall’assessore regionale al settore Sergio De Caprio, «considerato che è situata in una zona ad elevato rischio di frana».
A ben guardare, infatti, risultano «evidenti i segnali del dissesto in atto e le vistose fratture di tensione su cui poggia la strada, che testimoniano incipienti fenomeni franosi, che in alcuni casi si presentano in fase avanzata di evoluzione. Ma non solo l’impatto ambientale è notevole, i cumuli di rifiuti più volte durante l’anno sprigionano fumi tossici. Osservando l’area dall’alto – fa presente il vicesegretario De Lorenzo – ci si rende conto di come sia assolutamente impensabile una sua riapertura; gli unici interventi urgenti e necessari per quel sito sono la messa in sicurezza e la bonifica». Tra l’altro, si riflette, è difficile pensare alle discariche se non, ben monitorate, quali «alternativa provvisoria a una messa a sistema del ciclo integrato dei rifiuti nel rispetto dei criteri per la sostenibilità ambientale e lo sviluppo sostenibile».