Cronaca

Il 72enne precipitato da un’impalcatura, indagini in corso a Milazzo

MILAZZO – Tragedia ieri pomeriggio in una palazzina di via Giorgio Rizzo, a Milazzo. Per cause in fase di accertamento, un uomo di 72 anni, Salvatore Pipitò (nella foto), di Fondachelli Fantina, è precipitato da un’impalcatura allestita nella tromba delle scale. L’impatto con il suolo è stato fatale. Sul posto sono giunti un’ambulanza del 118 e i carabinieri che hanno subito avviato le prime verifiche per ricostruire l’accaduto. Una vita di lavoro come operaio, Pipitò si trovava sull’impalcatura durante dei lavori di ristrutturazione.

Le indagini sul rispetto delle norme di sicurezza sono in corso e la Procura di Barcellona ha aperto un’inchiesta. Sarà effettuata l’autopsia. Da verificare se l’uomo ha avuto un malore.

Intanto, la Cisl di Messina e la Filca Cisl, con i segretari generali Antonino Alibrandi e Nino Botta, esprime vicinanza alla famiglia del 72enne: “È un tema, questo, che deve essere affrontato a 360 gradi perché è l’ennesimo lavoratore che perde la vita in un cantiere privato”. La Cisl e la Filca chiedono che vengano rafforzati ancora di più i controlli in questo settore, anche attraverso l’utilizzo degli agenti della polizia locale dei comuni. “Porteremo – concludono – questa ennesima disgrazia sul lavoro a Roma, alla manifestazione nazionale sulla sicurezza dei delegati della Cisl, che si terrà sabato prossimo per dare una concreta testimonianza di cosa accade ancora oggi nel mondo del lavoro”.

“1041 morti sul lavoro nel 2023”

E non è mancata ieri nemmeno la nota della Uil Messina: “A poche ore dalla conclusione dello sciopero generale di Uil e Cgil, che ha posto con forza il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro anche a seguito della strage avvenuta nella centrale di Suviana, dobbiamo nuovamente listare a lutto le nostre bandiere poiché a Milazzo è morto sul lavoro un operaio di 72 anni caduto dall’altezza di oltre 10 metri. L’indecente mattanza prosegue senza sosta nell’assordante silenzio delle istituzioni. È inaccettabile continuare ad assistere a questa tragica contabilità che, lo ricordiamo, nel 2023 ha registrato, nel nostro Paese, 1.041 morti sul lavoro. Lo urliamo a squarciagola: adesso basta!”.

Sottolineano Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica: “Il governo nazionale non può fare finta di niente ed è necessario approvare nuove norme stringenti e chiare che mettano fine a questa strage senza fine. In primis, si deve inserire nel codice penale il reato di omicidio sul lavoro, una misura indispensabile da attuare in un quadro di controlli a tappeto che si potranno realizzare attraverso l’assunzione di un numero consistente di nuovi ispettori del lavoro. Le associazioni datoriali non possono tacere e devono dire da che parte stanno”.