MESSINA – All’inizio l’intervento del sindaco Federico Basile. Alla fine quello dell’assessore ai rapporti con Amam Francesco Caminiti. Nel mezzo, invece, il caos. È stata una seduta di quarta commissione quantomeno particolare, quella vissuta nella tarda mattinata dell’8 ottobre. All’ordine del giorno, secondo la convocazione della presidente Sara Di Ciuccio, ex deluchiana ora in Forza Italia, ci sarebbero dovute essere le risposte alle dimissioni del direttore generale di Amam Pierfrancesco Donato, arrivate l’1 ottobre. Ma nessuno poteva immaginare che alla vigilia della stessa commissione si sarebbero dimessi anche i tre membri del cda: la presidente Loredana Bonasera e i consiglieri Alessandra Franza e Adriano Grassi.
E così, andando con ordine, il sindaco Basile si è ritrovato a dover parlare dello stesso argomento due volte in pochi minuti: prima assediato dai giornalisti e poi in commissione. Il primo cittadino ha sostanzialmente ribadito quanto detto fuori dalla sala giunta ai cronisti, parlando di atto personale da parte del dg e di volontà di mettere “un punto a un periodo particolare”, invece, del cda, sottolineando come il clima degli ultimi mesi abbia fatto la differenza, ma che ora si andrà avanti: “È stato pubblicato il bando per il nuovo Cda, presumibilmente domani sarà pubblicato quello per il direttore generale. La linea politica resta quella e non cambia: tutti sanno quello che si deve fare, si sta facendo e si sta portando avanti. Mi rendo conto che i filmini a ciel sereno fanno venire in mente atteggiamenti e pensieri di varia natura. Ho accettato le dimissioni per evitare ulteriori stillicidi, che non fanno bene a nessuno. Ringrazio il Cda perché il loro operato ha permesso alla città di gestire una crisi che è di tutta la Sicilia e la porterà in un momento ancora diverso nei prossimi mesi”. E infine: “Non ci siamo mai sottratti al confronto”.
Anche Caminiti ha ribadito come le dimissioni di Donato siano state dettate da “motivazioni personali e non c’è altro”, sottolineando come se ne potrà riparlare quando si avrà l’accesso agli atti. Ma tra il primo e il secondo intervento è passata oltre un’ora. Questo perché i consiglieri hanno dato vita a una bagarre, con lo scontro tra gli esponenti dei partiti di Basile e Cateno De Luca e la presidente Di Ciuccio. Prima, a onor di cronaca, erano stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Libero Gioveni e l’esponente del Pd Alessandro Russo a chiedere maggiori chiarimenti al sindaco, con toni pacati ma decisi, nel tentativo di avere qualche informazione in più sul momento attuale dell’Amam, azienda al centro di una delle crisi più importanti della città negli ultimi anni, quella idrica che riguarda tutto il Sud Italia.
Ma è proprio dopo l’intervento di Russo che si è creata la spaccatura, quando Pippo Trischitta, capogruppo di “Con De Luca per Basile”, ha focalizzato il proprio intervento sulla crisi idrica e sulla siccità che sta colpendo l’intera Sicilia, sottolineando più volte che a dimettersi dovrebbe essere “il presidente della Regione Schifani” e non “la presidente di Amam”. Un passaggio a cui ha replicato Di Ciuccio, nel tentativo di “tornare” sul tema principale: le dimissioni del dg e, in seguito, del cda. Ma la modalità in cui ha tentato di riportare la commissione sui binari principali, parlando di un Trischitta “fuori tema”, non è piaciuta alla maggioranza.
Francesco Cipolla, Giuseppe Busà, Margherita Milazzo, Raffaele Rinaldo, Salvatore Caruso, Pippo Trischitta, Serena Giannetto, Antonella Feminò, Nicoletta D’Angelo e Salvatore Papa hanno lasciato l’aula tra le polemiche, con la commissione a necessitare anche di una sospensione di un paio di minuti. Poi a rientrare sono state Nicoletta D’Angelo, Margherita Milazzo e Antonella Feminò, tutte di Sud chiama Nord, con le prime due ad attaccare Di Ciuccio mentre il resto dei colleghi della maggioranza è rimasto alla porta, senza inserire nuovamente il tesserino. Insomma, un clima teso e quasi surreale, finché non è stato Giuseppe Villari di Prima l’Italia a chiedere a Caminiti di rispondere, con una domanda secca e priva di altre interpretazioni possibili, sulle dimissioni del dg. L’assessore è stato l’ultimo a parlare anche perché, nel pieno della settimana della Sicurezza, l’aula è stata sgomberata per un’esercitazione della protezione civile.