cronaca

Il cavallo di ritorno a Giostra, la “banda” sceglie il processo

MESSINA – Si divide in due il processo nato dal blitz della Guardia di Finanza su un giro di furti e ricettazione di pezzi di ricambio. Alla prima udienza i presunti componenti della “banda”, infatti, hanno scelto l’abbreviato, cioè di essere giudicati direttamente dal Giudice per l’udienza preliminare, che deciderà sulla base delle prove sin qui raccolte, saltando il vaglio del dibattimento processuale.

A optare per chiudere la “partita” in questa fase, mirando ad uno “sconto di pena”, sono stati i sei imputati che sono anche accusati di associazione a delinquere, di far parte appunto della “banda” che programmava i furti, gestiva la vendita dei pezzi ricettati, tirava le fila delle estorsioni col così detto metodo del “cavallo di ritorno”, chiedendo cioè ai proprietari derubati di pagare per la restituzione del mezzo. Alessio Nostro, Gaetano Batessa, Pietro Micali, Nunzio Buscemi, Francesco Bucalo e Gabriele Fratacci torneranno quindi davanti al Gup Claudia Misale a metà dicembre, per discutere la loro posizione

Gli altri 11 indagati, alcuni per singoli episodi di ricettazione (per aver acquistato piccoli pezzi di motorino da qualcuno dei sospettati già pedinati dalla Finanza, per esempio), sono stati rinviati a giudizio e per loro il processo comincerà alla fine di gennaio prossimo.

impegnati nel processo gli avvocati Cinzia Panebianco, Salvatore Silvestro, Alessandro Trovato, Luigi Gangemi, Daniela Garufi, Antonio Amata, Alessandro Billè, Carlo Caravella e Giovanni Mannuccia.