MESSINA – Tra una settimana, il 24 giugno, ci sarà la festa di San Giovanni e i tradizionali falò in spiaggia. Ma già sui social arrivano le prime critiche da parte di chi lamenta che poi le spiagge restano sporche.
“E’ una tradizione che esiste sin da quando eravamo bambini – dice Giovanni La Rosa, del Comitato Messina Nord -. Ogni anno a fine maggio si cominciava a raccattare legna vecchia a Torre Faro, reti abbandonate e scheletri di barche in disarmo. Tutto prendeva i contorni di una gran festa, eravamo divisi per rione d’appartenenza ed ogni simbolica squadra accatastava legna in diversi punti della riviera. Noi ragazzini non avevamo motivazioni mistiche e propiziatorie ma solo un obiettivo, realizzare la bamparizza più grande, quella che durasse di più. Un giorno di festa, un giorno da proteggere e da continuare a tramandare. Chi incontra un bambino che partecipa alla realizzazione della bamparizza lo riconosce subito, è il ragazzino più gioioso. Non ha importanza il significato, reale o presunto, del rito pagano ma ciò che suscita in chi lo realizza e in chi lo vive durante la magica notte di San Giovanni”.
Peccato che poi sulla spiaggia rimanga di tutto. “Ma perché non prevedere un servizio che l’indomani effettui la pulizia straordinaria magari con la collaborazione dei ragazzini che hanno realizzato la bamparizza e che gioiosamente come l’hanno creata diventando protagonisti per una notte diventino protagonisti anche il giorno dopo per dare un’esempio di civiltà a tutti?”.