Oltre al graduale allungamento delle ore di luce e all’intensificazione della radiazione solare, durante il giorno, sono diversi i segnali, anche dal punto di vista meteorologico, che indicano il cambio di stagione.
In questo periodo dell’anno il sole comincia alzarsi sopra la linea dell’orizzonte e le giornate tendono ad allungarsi rispetto alla notte, garantendo un aumento del soleggiamento diurno. In questi giorni il sole raggiunge lo “Zenit” (raggi solari perpendicolari sull’orizzonte durante le ore centrali del giorno) a ridosso dell’Africa equatoriale, determinando l’inizio della stagione calda che si afferma in primavera, fra l’Africa equatoriale e la vasta regione semi-desertica del Sahel.
Questo sta determinando un brusco riscaldamento della fascia tropicale, in particolare sulle aree continentali, dove proprio la primavera rappresenta la stagione più calda dell’anno, la quale preannuncia l’arrivo della stagione delle piogge.
In realtà il caldo già si avverte nelle aree continentali dell’Africa sub-sahariane, investite dai torridi e polverosi venti di “Harmattan” (che altro non è che il corrispondente dell’Aliseo di NE sull’area sahariana) messi in moto dal divario barico esistente fra l’anticiclone dinamico sahariano e le basse pressione termiche legate al “fronte di convergenza intertropicale”, attestato nel tratto di oceano poco a sud del Golfo di Guinea.
La presenza di masse d’aria molto secche nei bassi strati, unito all’intenso soleggiamento diurno e alla totale serenità dei cieli, sta favorendo un forte riscaldamento di tutta la fascia sub-sahariana. In queste settimane si sta verificando un progressivo riscaldamento delle aree desertiche interne della Penisola Arabica, dove i termometri cominciano a lambire ed oltrepassare il muro dei +38°C +40°C, con punte sino a +44°C +45°C.
Ma il caldo comincia ad affermarsi pure sull’India centro-meridionale e su buona parte dei paesi dell’Asia meridionale, con una progressiva intensificazione attesa proprio nella parte finale di aprile, dove molte località e città, soprattutto negli stati centrali e meridionali dell’India, supereranno abbondantemente i +44°C +45°C all’ombra.
Un altro segnale del cambio di stagione è dato dal “getto sub-tropicale” (che demarca la calda circolazione tropicale da quella più mite della fascia temperata) da settimane molto attivo con un ramo principale che scorre a grandissima velocità (oltre i 250-280 km/h a 9000 metri) fra la costa venezuelana, l’area caraibica, l’Atlantico tropicale e la fascia sahariana.
Ultimamente l’asse del “getto sub-tropicale”, presente sopra l’Africa settentrionale, ha cominciato gradualmente a salire di latitudine, iniziando pian piano ad interagire, sempre più da vicino, con il “getto polare”, che scorre alle medio-alte latitudini, tra l’Atlantico settentrionale e il continente europeo, spesso con ampi “delta” (diramazione del ramo principale in due rami secondari) posizionati tra il Pacifico settentrionale e il nord Atlantico.
Salendo sempre più di latitudine il ramo principale del “getto sub-tropicale” tenderà ad accoppiarsi con il ramo principale del “getto polare”, anche nell’area mediterranea e in Medio Oriente, come spesso avviene proprio fra aprile e maggio.
Quando i due “getti” si uniscono in un unico flusso principale, questo può favorire lo sviluppo di sistemi frontali e nuove profonde ciclogenesi che dall’entroterra desertico algerino tenderanno a risalire verso il Mediterraneo, approfondendosi e apportando importanti episodi perturbati, tipici in primavera, con venti burrascosi e intense manifestazioni temporalesche.
Nei prossimi giorni, grazie al sole che raggiungerà lo “Zenit” all’altezza dell’equatore geografico e al costante soleggiamento diurno, oltre che al soffio continuo dei venti di “Harmattan”, che dal deserto del Sahara spirano in modo sostenuto (da NE e E-NE) fino al nord del Camerun, nord della Nigeria e Costa d’Avorio settentrionale, le temperature tenderanno a salire progressivamente anche sul Sahel, dove si oltrepasserà il muro dei +42°C +44°C.
Tale forte riscaldamento agevolerà l’isolamento, nei medi e bassi strati, di uno strato di aria molto calda e secca che stagnerà sopra le estese distese desertiche e semi-desertiche dell’Africa sub-sahariana e sul Sahara stesso.
Il graduale riscaldamento degli immensi territori del Sahel e del Sahara ci indica che la stagione primaverile comincia, pian piano, a scaldare i motori, spingendo verso le medie latitudini masse d’aria sempre più calde, ma secche (sub-tropicali continentali), che entro le prossime settimane potranno affacciarsi sul bacino del Mediterraneo, generando le prime importanti “scaldate” che caratterizzano la parte finale di aprile e il mese di maggio.