MESSINA – Una tradizione religiosa che si rinnova. Oggi la processione della patrona, tra devozione e invocazione alla protezione del popolo messinese. La Madonna della Lettera rappresenta una storia antica. Un rito che provoca orgoglio e senso d’appartenenza a Messina. E l’attesa è grande per la processione di stasera, alle 18.30.
Colpo d’occhio per chi arriva e per chi parte, l’immagine protettiva della Madonna si fonde con lo Stretto. La stele e la statua di Tore Calabrò, monumento inaugurato nel 1934, sono la porta della città. Risultano punto di riferimento della devozione religiosa e patrimonio culturale messinese.
Le radici della Madonna della Lettera sono antichissime e si fanno risalire al 42 d.C., quando San Paolo venne in visita a Messina. La storia è stata raccontata dallo studioso Marco Grassi nel libro “La devozione a Maria SS. della Sacra Lettera, Patrona Principale della Città di Messina”, realizzato dal Centro interconfraternale diocesano e pubblicato per Edas Editori.
Alle ore 18.30 inizierà la processione del “venerato simulacro di Santa Maria della Lettera”.
Prima dell’avvio, l’arcivescovo Accolla benedirà la lampada di San Francesco, che giunge nelle zone pastorali del territorio diocesano, sostando in alcune comunità parrocchiali “e nei luoghi dove la spiritualità di San Francesco continua ad offrire testimonianza di fedeltà a Dio e alla Chiesa”.
La “peregrinatio” della Lampada scandisce il cammino verso Assisi che la Chiesa di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela, insieme alle altre Chiese di Sicilia, sta compiendo. Lì il prossimo 4 ottobre le diciotto diocesi offriranno l’olio della lampada che arde tutto l’anno presso la tomba del santo.
Al rientro della processione sarà celebrata la messa.
Secondo la tradizione della Madonna della Lettera, i messinesi, colpiti dalle parole di Paolo di Tarso su Maria, avrebbero inviato una delegazione a Gerusalemme, con una missiva, per chiederne la benedizione. Si narra che la madre di Gesù abbia risposto con una lettera legata attraverso una ciocca dei suoi capelli. Una ciocca custodita al Duomo ed esposta nel giorno del Corpus Domini.
Così si legge nel romanzo “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, riferendosi a un dipinto: “Rappresenta la Madonna della Lettera. La Vergine è sul punto di consegnare la santa missiva ed invoca dal Figlio Divino la protezione sul popolo messinese”.
“Umilissima serva di Dio, Madre di Gesù crocifisso, della tribù di Giuda, della stirpe di Davide, salute a tutti i messinesi e Benedizione di Dio Padre Onnipotente”: tutti o quasi i messinesi conoscono l’incipit della lettera. Nel dicembre 2021, la statua della Madonna della Lettera è stata restaurata grazie al contributo dell’Ammi – Associazione mogli medici italiani.