MESSINA DA DECIFRARE – Diminuiscono gli occupati e il tasso d’inattività ci colloca al terzo posto dietro Napoli e Palermo tra i grandi Comuni. Il nodo centrale rimane sempre quello: creare lavoro a Messina e nel territorio metropolitano. Tema epocale in tutto il sud ma ancora di più in una realtà svuotata di senso e di progetti negli ultimi 30 anni. Quale vocazione per la città dello Stretto e per l’intero Meridione, in tutte le sue specificità? Ogni sforzo deve essere proteso a costruire in termini di vocazione e crescita economica e sociale, con uno sguardo che tenga insieme i problemi del presente e la visione del futuro.
Intanto sul sito “Messina in cifre“, a cura dell’Ufficio statistica del Comune, ci imbattiamo in una radiografia impietosa della realtà fino al 31 dicembre 2023. E la sinergia tra istituzioni europee, nazionali, regionali e locali e fra forze sociali, imprenditoriali, sindacali e associative risulta centrale in una prospettiva di rinascita. Giustizia sociale e riscatto delle cosiddette periferie, ponendo fine alla dicotomia centro-periferia; vocazione universitaria e turistica e recupero delle aree artigianali dismesse; inversione di tendenza rispetto al disastro del governo Meloni sul reddito di cittadinanza e sul sostegno alle fasce deboli; queste sono alcune priorità che tengono insieme il locale e il globale.
Questi i dati: “In città, nell’anno 2023, decrescono gli occupati, -1,78% rispetto al 2022, con un tasso di occupazione pari al 38,4%, nel 2023 era del 39,2%. L’analisi per genere evidenzia che la città perde il 2,4% di occupati maschi, rispetto all’anno precedente, mentre si registra la crescita degli occupati di genere femminile +0,7% rispetto al 2022 e +3% rispetto al 2018. Cresce il tasso di disoccupazione 35,9%, come anche, seppur lievemente il tasso di inattività (15-64) +0,1%. Sono infatti circa 39.500 le Non forze lavoro. Solo Palermo (44.100 inattivi) e Napoli (41.100 inattivi) registrano un dato peggiore. L’analisi del dato per genere come nel 2023 sia cresciuto il numero di donne inattive (+1,8%) rispetto al 2022 con un tasso di inattività pari al 51,3%. Solo Palermo (54,5%) e Napoli (55,5%) mostrano un dato peggiore tra i grandi Comuni. Diminuiscono i maschi inattivi (-1,5%) rispetto all’anno precedente con un tasso di inattività pari al 27,2%“.
Da ricordare pure che il 23% circa della popolazione ha più di 65 anni e solo l’11,8% ha meno di 14 anni“. In generale, va detto che la sfida dell’occupazione a Messina appare spesso una Mission Impossible. Politica e imprenditoria, in questi anni, hanno spesso ammantato le difficoltà dietro fiumi di retorica e di proclami sul sud. Oggi quasi nessuno ci casca più e analizzare il territorio e correre ai ripari, a breve e medio termine, è una necessità. L’unica rivoluzione necessaria per non continuare ad affogare nel disastro.