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Il lido di Mortelle e i vandali: “Sono ragazzini che si arrampicano sul terrazzo per i selfie”

MESSINA – Il lido di Mortelle arriva in Consiglio comunale, l’ultimo prima della sospensione arrivata dopo le dimissioni ri-presentate da Maurizio Croce e quindi prima della surroga per ristabilire il plenum del civico consesso. E anche stavolta non è stata una sessione serena.

Consiglio sì, consiglio no

Ad aprire il dibattito, alla presenza degli assessori Salvatore Mondello e Francesco Caminiti e della società Eluele, che ha acquistato la struttura nel 2017, è stato il consigliere Dario Carbone di Fratelli d’Italia: “La tematica è di primaria importanza. Quella zona è attanagliata da uno stato di degrado avanzato e ci sono diversi temi, dalla sicurezza stradale a quella degli edifici o alla riqualificazione ambientale da portare avanti. L’area di quello che dagli anni ’60 chiamiamo Lido di Mortelle ha una peculiarità: si intersecano nello stesso compendio un’area privata acquistata nel 2017 e un’area demaniale”. Carbone ha quindi sottolineato l’interesse della città per l’opera, soprattutto in chiave di rigenerazione urbana, visto lo stato di abbandono e i rischi per l’incolumità che ha generato.

Nel dibattito anche Mondello

Ma Felice Calabrò, capogruppo del Pd, ha subito chiesto chiarimenti su quale possa essere lo scopo di trattare un’acquisizione privata a Mortelle in Consiglio comunale e Carbone ha risposto che si parla di decoro urbano e riqualificazione. Un botta e risposta piccato in cui si è inserito l’assessore Salvatore Mondello: “Mi pare di capire che oggi si parla di una richiesta di costruire. Io condivido che il Comune debba guardare al territorio ma è altrettanto evidente che non si può entrare in merito alle scelte del privato. C’è stato un incontro con la Giunta? Sì, ci mancherebbe pure in questo caso. Ma credo che discuterne in Consiglio non sia una prassi e anche dove si dovesse parlare di strumento attuativo o urbanistico, oggi il Consiglio non ha più competenze perché la norma parla di responsabilità della Giunta. Ciò non significa che non ne discuterò con voi, ma è un mio pensiero e ho sempre fatto così. Ritengo comunque che sia complesso e difficile poter entrare nel merito di un’iniziativa già tracciata: esiste una richiesta di permesso di costruire, esistono vari pareri tra cui quello della sovrintendenza, la cornice è ben identificata. Al massimo oggi possiamo discutere delle strategie della ditta, non altro”.

La Eluele: “Siamo quasi alla fase esecutiva”

Ciò nonostante, il vicepresidente del Consiglio Giandomenico La Fauci, coadiuvato dal vicesegretario Salvatore De Francesco, hanno fatto proseguire la seduta ritenendola idonea. E così si è parlato a lungo dei dettagli tecnici e delle interlocuzioni tra i vari enti coinvolti. Il passaggio chiave, poi, è stato quello della Eluele, rappresentata dalla dottoressa Margherita Fedele, che ha ripercorso prima tutto l’iter, complicato, partito nel 2017. Ha spiegato di aver lavorato “i primi tre anni per sanare le posizioni pregresse e rimettere le concessioni allo stato d’origine. Ci siamo riusciti grazie a tutti gli enti coinvolti, rimettendo a posto l’area demaniale e permetterci di diventare proprietari”. E poi ha parlato di “impresa, quella di mettere a reddito un compendio simile. Servono dei tempi, sì, ma non sono stati così lunghi se pensate che fino al 2020 non siamo entrati in possesso dell’area e che c’è stato il Covid. Ora siamo quasi allo stato esecutivo. Ci manca l’ultima parte, quella relativa al demanio e a qualche altra cosa”. E si attendono anche alcuni pareri dall’assessorato regionale.

Il tema sicurezza: “I ragazzini si arrampicano per fare i selfie”

Poi si è concentrata su diversi fatti di cronaca e atti vandalici degli ultimi anni: “La ditta ha sempre operato in autotutela, a volte chiudendo o recintando in autonomia, col consenso del demanio, anche tutta la parte della spiaggia. Abbiamo chiuso da ogni lato, i nostri uffici sono lì e presidiamo continuamente la struttura. Non vi dico che ci sono 24 ore al giorno ma 16 sì. Vediamo ragazzi che entrano e la maggior parte degli atti vandalici vengono portati a termine da ragazzini di 14-15 anni. Ogni volta con le forze dell’ordine riusciamo a farli uscire. Loro scavalcano, li vediamo con le telecamere, e li facciamo andare via, ma evitiamo di arrivare alla denuncia definitiva che non serve né a noi né a loro. Ciò che speriamo è che non accada più perché parliamo di un’area a rischio. Ci sono i cartelli e vengono riproposti puntualmente perché viene rimossa con una frequenza incredibile. Tempo fa hanno rotto i vetri e noi abbiamo richiusi. Abbiamo messo anche dei muri per evitare che qualcuno possa salire in terrazza ma questo è diventato uno sport: salire e farsi i selfie. Spesso i giornali hanno riportato foto di ragazzini sul terrazzo ma mai me che li faccio scendere”.

Tempistiche? Non sono ancora certe. E anzi una precisa domanda di Carbone, proprio sul finale della seduta, non ha avuto risposta. Sicuramente ne passerà ancora, ma come specificato la dottoressa Fedele, l’essere arrivati quasi alla fase esecutiva, dopo un iter così complicato, è già praticamente una notizia.