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Il Messina ha problemi oltre il campo, si attendono misure drastiche

MESSINA – La sconfitta con il Latina deve essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vaso che si era iniziato a riempire a fine ottobre, forse quando la società ha smentito il suo stesso allenatore sulla questione campo. E vedremo come questo reagirà tra due settimane ora che sono iniziate le piogge. In quella settimana poi la squadra affrontò la fase complicata del trittico Brindisi-Crotone-Taranto dove di fatto si è arenata: un solo punto, quello di Crotone, nelle ultime cinque con quattro sconfitte di cui tre consecutive l’ultima ieri contro il Latina, la peggiore della gestione Modica.

La domanda al mister, se si senta in discussione, è stata fatta perché è normale che si pensi subito a lui come responsabile. Modica dal canto suo ha rilanciato: “Io resto, chi rimane con me deve cambiare atteggiamento”. Questa sua dichiarazione e i nomi che ha fatto negli ultimi giorni fanno capire che di qualcuno non è affatto contento. Ancora dalle sue parole, quando ha detto “nelle prime sette giornate abbiamo fatto vedere qualcosa”, sembra individuare il momento della possibile rottura di qualcosa tra spogliatoio e/o società. Così facendo due conti tra la partita di Giugliano in casa e Picerno fuori le cose hanno iniziato a prendere una piega diversa, ed erano proprio i giorni delle critiche per gli allenamenti al “Franco Scoglio”.

Spogliatoio spaccato?

Mister Modica ha fatto chiaramente il nome di Emmausso, che a dire dell’allenatore lo sta abituando sempre alle peggiori prestazioni, mentre nella giornata di sabato alla vigilia era toccato a Firenze essere citato dal mister: “ho bisogno di vederlo all’opera più intensamente”. Senza dimenticare l’affondo a Luciani dopo Taranto quando Modica fu costretto a toglierlo per infortunio a formazione praticamente consegnata e disse “ci sono momenti in cui i giocatori devono stringere i denti”. A questo aggiungiamo, anche se mai nominato, la gestione di Tropea visto che neanche ieri, con la squalifica di Ortisi, è stato schierato titolare nel suo ruolo di terzino sinistro, una bocciatura netta che vale più delle parole.

Non si sta dicendo che questi giocatori remino contro il mister e neanche che lo spogliatoio è spaccato. Semplicemente ci sono giocatori che agli occhi dell’allenatore non si meritano il posto perché non stanno rendendo come dovrebbero o non possono farlo. Come ha poi detto in modo molto diretto Ermanno Fumagalli, in conferenza stampa dopo la sfida col Latina, non c’è la squadra, “ognuno guarda al proprio orticello” e sottolinea il fatto come finora non tutti abbiano dato il 100%. Concludendo che se qualcuno non si vuole spendere sta fuori e “a mercato aperto, anche se non sono discorsi che dovrei fare io, va via”.

Le misure drastiche da adottare

Il quadro, dichiarazioni di Modica completato da un Fumagalli visibilmente scosso da questa situazione, non è di uno spogliatoio spaccato, ma di qualche giocatore che forse si sente ai margini del progetto e quindi rende molto meno di quanto ci si aspettasse. “Ci teniamo stretto questo mister” ha anche detto Fumagalli, ma questa è una decisione che probabilmente in questi giorni dovrà prendere la società. Perché un modo per dare la scossa è sempre quella di mandar via un allenatore che abbia colpe tattiche, per il gioco e le scelte sbagliate, o colpe di spogliatoio, per calciatori che non lo seguono e con altri renderebbero meglio.

Modica non è perfetto e ha sbagliato qualche volta tatticamente, ammettendolo sempre e prendendosi le responsabilità, e probabilmente anche nella gestione. Mandare via lui adesso sarebbe una risposta alla domanda come se ne esce, una possibile soluzione. L’altra invece è quella di uscirne tutti insieme. Dove per tutti si intende anche che la società parli con il tecnico per capire quali sono i suoi problemi, come può aiutarlo e se e come assecondarlo. Perché Modica ha anche azzardato l’ipotesi di giocare con sette under in campo da qui al mercato di gennaio, una frase buttata lì per far capire anche ai calciatori che giocare non è scontato e finché c’è lui sulla panchina si fa come dice lui.