MESSINA – Torna un po’ di ottimismo in casa Messina dopo il pari nel derby contro il Catania all'”Angelo Massimino”. Visti i precedenti, la forza (sulla carta) delle due squadre e la settimana vissuta dai biancoscudati quello di domenica sera è un risultato che vale oro. Si è evitata la terza sconfitta consecutiva, si è evitato di prendere gol e si è aggiunto un punto in classifica. La situazione nel girone C resta complicata ma c’è stata la dimostrazione che la squadra è ancora presente e ha tenuto botta ad un Catania, sospinto da più di 17mila sostenitori, che è comunque una big del campionato.
Si è tornati a lottare ma bisogna cominciare a vincere. A conferma del buonumore in casa Messina queste le parole del capitano Marco Manetta dopo la gara in terra etnea: “Abbiamo giocato una partita ben studiata dal mister, aspettando l’avversario e cercando di ripartire. Abbiamo mostrato unità e compattezza che è fondamentale in un campionato come questo. Dobbiamo continuare su questa strada e fare altri punti. Da qui a Natale ci sono ancora sette partite e servono un paio di vittorie per uscirne” conclude riferendosi alla situazione in classifica.
Il capitano conferma ciò che era evidente: il Messina ha lasciato il pallino del gioco all’avversario. Inizialmente si pensava si sarebbe schierato anche a specchio con la difesa a tre, ma l’allenatore Giacomo Modica ha optato per un 4-3-3 anomalo con Rizzo terzino sinistro e Lia nel tridente offensivo. Un ruolo in cui l’esterno non è totalmente inesperto, ma considerando la costruzione della squadra in estate e i sei attaccanti in rosa (teniamo fuori Adragna prodotto della Primavera) viene da chiedersi perché il Messina possa fare affidamento costante solo su Anatriello e Petrungaro, con scarsi risultati offensivi anche su Luciani. Mentre Cominetti schierato titolare solo due volte, Re una sola volta e Mamona mai partito nell’undici titolare ieri si è avuta la sensazione che non fossero in grado di aiutare la squadre, almeno non dal primo minuto.
Registriamo, per chi scrive positivamente per l’allenatore sicuramente meno, un retrofront nell’atteggiamento con cui è stata affrontata la partita. Dal piano tattico infatti è evidente che a Catania l’indicazione era innanzitutto di non prenderle e poi provare a darle. Per il tecnico che, qualche settimana fa in una delle ultime uscite pubbliche, aveva detto che gli stesse bene prenderli a patto di farne uno in più, riferito ai gol, è un grande cambiamento. Ed è allo stesso modo una grande intuizione perché per una squadra che ne aveva presi sei ad Avellino e tre in casa con la Cavese è un grande segnale ottenere il primo clean sheet in trasferta cambiando pelle e adattandosi a quello che serviva di più alla squadra.
Bisogna aggiungere ancora che a Catania non è stata la partita perfetta perché ancora nonostante non si sia subito gol non si è riusciti a segnarlo. Sono tre gli 0-0 in stagione, mentre lo scorso anno i clean sheet di Fumagalli alla 13ª giornata erano fruttati due vittorie, entrambe firmate di misura da Plescia. Alla mancanza di gol, è la settima volta in tredici gare o quattordici considerando la Coppa, fa da contraltare la prestazione di Krapikas fondamentale in almeno due occasioni in cui tiene la porta inviolata e anche per la sicurezza nelle uscite.
A tutto questo però va sommata la fortuna in alcune situazioni ghiottissime per i rossoblù. Un po’ della fortuna che era andata lontano dai biancoscudati nelle passate giornate è finalmente tornata, anche se il conto non è certamente pari. Il gol divorato da Montalto ad esempio è un grande regalo per il Messina, ricompensato per la sua partita tenace al “Massimino”. In altre situazioni e con altre squadre però leggerezze del genere erano state subito punite e questo lascia un grande se in casa peloritana: se fosse arrivato il gol del Catania la squadra avrebbe saputo reagire? La risposta ormai lascia il tempo che trova per la partita di ieri sera. Questa squadra però fin qui ha dimostrato di aver un solo piano tattico e pochi giocatori che possono cambiare una partita in corsa subentrando dalla panchina. La reazione attesa dopo Avellino possiamo dire che è arrivata, con una partita di ritardo dopo la Cavese, a Catania. Siamo vivi, ma non certamente fuori pericolo e stavolta ci è andata bene non soltanto per meriti nostri.
Immagine in evidenza dalla pagina Facebook del Catania Fc