MESSINA – La sconfitta col Foggia subita dal Messina ieri pomeriggio è stata la seconda peggiore subita in casa in questo campionato. La prima, sempre per 3-0, nel girone d’andata contro il Latina, quella di Foggia però non la consideriamo allo stesso livello perché nell’anticipo della 33ª la formazione di mister Modica avrebbe meritato in più occasione il vantaggio nel primo tempo.
Era uno scontro diretto playoff e, anche se la matematica non ci vede ancora fuori da questa lotta, lo zero in classifica di sabato pomeriggio ha ridisegnato una classifica in cui servirebbe un nuovo miracolo per centrare non l’obiettivo, che è la salvezza, ma il sogno. Come già successo col Latina il Messina giocò buona parte della partita in inferiorità numerica, anche quella volta fu espulso Frisenna per doppio giallo.
A parte i punti che mancano il Messina ha mostrato delle mancanze a livello mentale. Perché agli arbitraggi a senso unico, dopo diverse partite in cui l’ambiente si è lamentato, dovremmo essere ormai abituati. Quindi il nervosismo in campo, emblema ne è l’applauso ironico di Frisenna, andrebbe evitato in una squadra matura che vuole lottare per certi obiettivi.
Non è in discussione il campionato fatto dai biancoscudati, visto che pensando ad appena tre mesi fa sembrava un miracolo riuscire a salvarsi. Mister Modica e i giocatori lo hanno compiuto quel miracolo, hanno fatto dimenticare cattive prestazioni, hanno ridato serenità ad una piazza, che aspetta gli ultimi punticini per salvarsi direttamente e anche con qualche giornata d’anticipo possibilmente. Quello che ha fatto la squadra portandosi ampiamente sopra la zona retrocessione ha fatto dimenticare l’obiettivo e l’ha sostituito con la ricerca del posto ai playoff.
Proprio per questo i tifosi per primi, ed anche gli addetti ai lavori, sognavano ora i playoff. Credendo anche di meritarli vista la grande reazione avuta dopo la prima metà di campionato non certo entusiasmante. Quindi adesso se sfuma l’accesso ai playoff è normale che si crei una certa delusione. Il Messina ha dimostrato, in questo campionato, che è una squadra intermittente e molto emotiva. Se da una parte questo non fa di certo annoiare, l’altra faccia della medaglia certifica che non esistono grandi certezze.
Raggiungere adesso una delle prime dieci posizioni è sicuramente più complicato, piedi per terra per tutti, perché il Messina ieri al completo (nessuno squalificato, forse solo Dumbravanu acciaccato) ha dato dimostrazione che se le cose girano male, sfortuna o episodi, non riesce ad evitare il peggio. Ma ribadiamo che il campionato fatto resta ben al di sopra delle stagioni precedenti e miracoloso se si riguarda la classifica di fine novembre, appena quattro mesi fa.
Bisognerà sicuramente ripartire da alcune certezze. Vedremo se la proprietà si muoverà meglio che nelle precedenti estati. Bisognerà poi maturare in campo, perché subire 12 espulsioni in campionato, di cui 11 in casa, condannando la squadra a giocare in inferiorità numerica in dieci delle diciassette giornate casalinghe, è davvero un vantaggio troppo ghiotto per gli ospiti.
Bisognerà ripartire anche dai quasi settemila tifosi, la società ne ha comunicati 6895, e le notizie sono due: record stagionale dopo i 6078 della giornata giallorossa col Catania, è che la società è tornata a comunicarli, l’ultimo dato ufficiale infatti risaliva proprio alla sfida con gli etnei, poi c’è stato un silenzio inspiegabile fino a ieri sera. Ma senza fare polemiche l’abbraccio caloroso dei tifosi sugli spalti ieri al “Franco Scoglio” deve far riflettere società, che ha una piazza affamata e pronta a sostenere i colori, e amministratori, raggiunto quasi la capienza massima di pubblico con settori che restano chiusi e i lavori alla tribuna B che cadono sempre nel dimenticatoio dopo le prime giornate. Quel che è certo è che a Messina si possono ancora scrivere belle pagine di calcio, basta volerlo.