Il ministro Speranza fa un appello alle Regioni per evitare polemiche ricordando che sono proprio loro a fornire i dati. “Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle regioni- dichiara Speranza- È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili”.
In Sicilia è il vice ministro Cancelleri ad affondare il colpo su Musumeci accusandolo di scaricabarile. “Musumeci dovrebbe dire che i parametri che hanno determinano il colore delle Regioni non sono stati dati dal numero dei contagi, ma dalla situazione del sistema sanitario di ogni singola regione. Il presidente Musumeci, dovrebbe anche dire che la scelta non è stata fatta per simpatia o antipatia o per appartenenza partitica, ma esclusivamente in base a 21 parametri scientifici e al monitoraggio dell’Istituto Superiore Sanità. Dati incontrovertibili che, al di là della situazione più grave in numeri assoluti , Campania e Lazio avevano degli indicatori di monitoraggio meno gravi rispetto a quelli della Sicilia. Dovrebbe inoltre spiegare a noi siciliani perché in questi mesi, dei 301 posti di terapia intensiva richiesti, il suo governo ne ha realizzato solo poco più di 100. Il colore arancione della Sicilia è il colore del fallimento di Musumeci. Anziché arrampicarsi sugli specchi e mettere a rischio quotidianamente la salute dei siciliani Musumeci dovrebbe semplicemente assumersi le proprie responsabilità, lavorare, se ne è capace, a testa bassa per migliorare il sistema sanitario dell’isola”.
Stessa posizione per la senatrice del M5S Grazia D’Angelo che ricorda al governatore come Conte avesse messo a disposizione della Sicilia 125 milioni da spendere nella sanità per fronteggiare l’emergenza Covid, ma nell’isola ne sono stati spesi ad oggi solo meno di 50.
“Musumeci conosce perfettamente la condizione di estrema vulnerabilità della sanità siciliana e già da aprile sa quali sono i 21 parametri stabiliti dal Comitato Tecnico Scientifico da rispettare. Lui e l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, dovrebbero avere l’onestà di ammettere ai siciliani i propri errori nella gestione del sistema sanitario siciliano, fra la prima e la seconda fase dell’emergenza sanitaria. Sono stati spesi solo 50 milioni di euro dei 128 stanziati dal governo Conte e i risultati si vedono oggi: non sono stati, infatti, incrementati i posti in terapia intensiva ed è solo stato fatto l’annuncio di 588 nuovi posti (solo virtuali e ancora non fisicamente realizzati). Non è stato potenziato il tracciamento, si fanno 6 mila tamponi al giorno (come nel mese di aprile), le dotazioni organiche sono ridicole e le nuove attrezzature acquistate non sono sufficienti”