MESSINA – Un fantasma s’aggira per le vie della città di Messina. Forse un simbolo, un feticcio o, peggio, un capro espiatorio. L’isola pedonale agita le notti dei commercianti. Nei giorni scorsi, una nota di un comitato ha denunciato il “70 per cento in meno di fatturato“. Ma non abbiamo dati concreti in mano se non i soliti indicatori economici, tutti negativi. Sottolinea il comitato: “Il disagio per noi è forte anche sulla via dei Mille, ormai diventata un ‘parcheggificio’ con soli 60 commercianti rimasti in trincea e centinaia di botteghe sfitte. Oggi la situazione è ulteriormente compromessa dalla presenza degli infiniti cantieri cittadini e dai lavori di ForestaMe, che hanno sottratto centinaia di posti auto ai messinesi”. E più volte hanno ribadito: “Non siamo contro l’isola pedonale ma vorremmo più parcheggi e nei giorni feriali si potrebbe mantenere l’ingresso alle auto”.
Nel rispetto di ogni opinione, su questa testata insistiamo su due aspetti a nostro avviso fondamentali. Prima di tutto, in molte realtà, l’isola pedonale rappresenta un elemento di cambiamento in meglio anche per il commercio. Di certo, occorre renderla nel tempo più animata e incrementare i servizi. Potenziarla e non affossarla.
Secondo elemento centrale: Messina vive una crisi economica devastante, ancora più acuta negli ultimi vent’anni e profondissima. La città ha bisogno di un progetto per ripensarsi nelle fondamenta. In un territorio terremotato, simile al secondo dopoguerra, la conseguenza è inevitabile: vetrine vuote e assenza d’investimenti e imprese. C’è un dato nazionale che tutti i messinesi dovrebbero leggere, in modo da smettere d’illudersi che sollevare il caso isola pedonale serva a qualcosa. Ed è stato rilanciato dai media nazionali, da Sky tg24 a quotidiano.net: negli ultimi cinque anni il numero di esercizi commerciali è sceso di oltre 9mila unità, attestandosi, al 30 settembre scorso, poco al di sopra dei 78.000.
Come ricordano Unioncamere e InfoCamere, tra il 2019 e il 2023 si registra una riduzione di quasi l’11% dei negozi di abbigliamento in esercizi specializzati. A dominare è il commercio online. Di conseguenza, tutto il resto, siano i famigerati cordoli o l’isola pedonale, risulta secondario. Come abbiamo più volte evidenziato, tutti gli sforzi, a ogni livello – istituzionale, imprenditoriale e sindacale – devono essere concentrati sulla necessità di creare lavoro e innovare la proposta commerciale e imprenditoriale.
Lo ribadiamo: la vera emergenza di Messina è la crisi economica, con il lavoro che non c’è. E non è rinviabile un’azione efficace sul fronte economico. Alcuni orientamenti strategici, come quello che darà vita all’I-Hub, sono positivi ma non bastano. Messina deve darsi una definita identità produttiva, in parallelo con un’azione sociale e culturale più efficace e all’altezza della vastità del disagio.
Servono idee, risorse, donne e uomini di valore per saltare oltre gli ostacoli, che non sono pochi. Con il dominio dell’online, chi fa commercio deve innovare la proposta. E lo stesso deve avvenire in campo imprenditoriale, mentre Comune e governi nazionali e regionali devono fare la loro parte. Altro che dibattiti sui cordoli e sulle isole pedonali. Messina in crisi non deve diventare una frase simbolo di qualcosa d’irredimibile.