MESSINA – Felice Calabrò e Alessandro Russo vanno all’attacco di Atm. Con una nota indirizzata al sindaco Federico Basile e al vicesindaco nonché assessore alla Mobilità e ai rapporti con Atm, Salvatore Mondello, il consigliere del Pd ha chiesto spiegazioni per l’assenza della neo-presidente Carla Grillo e del cda dell’azienda nella commissione di lunedì 18 novembre presieduta da Salvatore Papa.
Facendo un passo indietro, Grillo ha provveduto a inoltrare una giustificazione in virtù di “precedenti e inderogabili impegni” istituzionali già presi. Nella nota inviata al presidente Papa si legge anche che rispetto al tema del giorno, il progetto smart parking con l’istallazione dei parcometri e la collocazione delle targhette con contrassegno numerico per i posti auto, “il cda appena insediatosi ha la dovuta necessità di approfondire” poiché si tratta di “argomenti di natura strettamente gestionale e organizzativa”.
Proprio su quest’ultima parte della nota si sono concentrati i due consiglieri del Pd, che hanno scritto: L’assenza del nuovo CdA di ATM S.p.A. all’ultima seduta di commissione consiliare che ne aveva espressamente deliberato, con votazione all’unanimità, la convocazione non costituisce certamente un buon inizio. La seduta di lunedì, ben lungi dall’essere improvvisata, era stata concertata dalla presidenza della commissione con il nuovo vertice aziendale, ivi comprendendo anche il vice direttore generale Bressan, al fine di approfondire sia la vicenda relativa all’insolito svolgimento dei lavori di individuazione degli stalli di smart parking in centro città, che le vicende relative alle potenziali conseguenze della mancata approvazione da parte dei lavoratori del referendum sulla contrattazione di secondo livello”.
E ancora: “La nota con cui il presidente del nuovo cda ha laconicamente comunicato l’assenza lascia sinceramente esterrefatti. Per almeno due ragioni: intanto, il Consiglio comunale è un organo centrale di controllo sulle attività amministrative delle società comunali, ed in questa veste ha il diritto/dovere di poter ascoltare i vertici di tutte le aziende partecipate senza alcuna limitazione o esclusione posta in essere da chicchessia; in secondo luogo perché, laddove dalla discussione dovesse emergere la delicatezza di alcuni argomenti, ovvero che certi argomenti dovessero essere demandati a tavoli di concertazione sindacale, sarebbe (ovviamente) la stessa commissione a decidere di sospendere la trattazione del punto, evidentemente a priori non può certo deciderlo il cda aziendale”.
Calabrò e Russo hanno continuato chiedendo a Basile e Mondello di intervenire: “Il mancato confronto di lunedì, rappresenta certamente un’occasione persa, e costringe i sottoscritti consiglieri a censurare, come del resto ha deliberato all’unanimità l’intera commissione, il comportamento degli organi in questione. Nel contempo, appare quanto mai doveroso un vostro intervento sul cda di ATM, affinché sia garantito il rispetto delle prerogative degli organi consiliari. Allo stesso tempo, atteso il clima di scontro in essere presso la partecipata, al fine di garantire l’utenza e il rispetto dei diritti dei lavoratori, chiediamo un vostro tempestivo intervento affinché sia garantito il rispetto della normativa in materia di lavoro straordinario, verificando se il reiterato e diffuso ricorso da parte di ATM al citato strumento, spesso – come nelle scorse ore con l’ordine di servizio n. 92 del 18.11.2024 – addirittura preteso ai lavoratori, non possa celare in effetti una carenza organico in Azienda, per il quale, è evidente, si richiederebbero delle scelte differenti, di natura assunzionale e strutturali per assicurare un servizio efficiente. A tal proposito, peraltro, vi invitiamo a vigilare sulle ripercussioni che un tale reiterato e diffuso ricorso al lavoro straordinario potrebbe avere sul rispetto dei contratti e delle normative di sicurezza sul lavoro vigenti, in specifico modo: sul rischio del mancato rispetto del periodo minimo dei tempi di recupero e riposo; sui limiti orari di lavoro; sul mantenimento delle qualifiche di operatività e sulla corretta corresponsione del dovuto economico per il lavoro straordinario. Non appare agli scriventi superfluo, infine, ricordarVi come il ricorso al lavoro straordinario sia, sulla scorta delle vigenti normative, uno strumento eccezionale legato a esigenze aziendali particolarmente stringenti e non altrimenti superabili e, per contro, non possa essere utilizzato come un’ordinaria scelta operativa, che serva a onerare ulteriormente i lavoratori o per sopperire a eventuali insufficienze organiche, da colmare, evidentemente, con le normali procedure assunzionali”.