Politica

Il parco Aldo Moro e la bellezza possibile a Messina

di Marco Olivieri

MESSINA DA DECIFRARE – L’imminente riapertura del parco “Aldo Moro” è una buona notizia. Ieri sera l’annuncio del sindaco Basile sul dissequestro da parte della Procura della Repubblica di Messina. Presto dunque potrà essere chiuso il capitolo sulla presenza di materiale inquinante. Abbiamo scrItto molto sul valore politico della bellezza e l’importanza di valorizzare una struttura che si caratterizza nel segno del verde. E questa deve essere la cifra stilistica della Messina del futuro.

La bellezza del parco Aldo Moro e la grande bruttezza delle discariche a cielo aperto

Persino in una città tendente all’autolesionismo e alla “grande bruttezza” delle discariche a cielo aperto esiste uno spiraglio. Certo, questo appiglio stride con la tendenza di una parte di noi messinesi a denigrarci e voler affondare. Anatomia di un suicidio civile, insomma, a cui vanno contrapposti anticorpi di civiltà che dovranno nel tempo diventare più forti. Nel segno della qualità della vita. Nel frattempo, la speranza è che non ci sia un’altra delusione, come la chiusura improvvisa del parco, dietro l’angolo,

La Messina del futuro deve chiudere la stagione delle periferie, della marginalità, del concetto di centro affidato a un ceto borghese e altezzoso e zone periferiche stile favelas. Ci vorranno decenni e una classe politica, a tutti i livelli, all’altezza. Intanto occorre che con il risanamento e i progetti Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare) si segua una strada armonica antitetica alle logiche del mattone che tanto hanno funestato Messina.

Assieme al necessario sforzo per creare lavoro in un sud da rifondare, i cambiamenti sociali e ambientali devono partire da un’idea non astratta di bellezza ma concreta, possibile, in armonia con l’ambiente. E il parco “Aldo Moro”, così come la rinata Villa Dante, è un esempio di tesoro naturale per troppo tempo negato ai messinesi.

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