MESSINA – Il coordinamento provinciale del Partito democratico interviene sulle dichiarazioni di Cateno De Luca nella conferenza stampa di ieri. In una nota gli esponenti democratici affermano: “Le gravi dichiarazioni dell’onorevole De Luca, confermano, ancora una volta, che Messina è sotto la cappa del ‘sistema De Luca’: in questi giorni ha chiamato alle armi non solo assessori e consiglieri comunali, ma soprattutto i componenti dei cda delle partecipate, in una delle quali, per sua stessa ultima ammissione, un posto è stato riservato a un esponente politico vicino al senatore Germanà, al fine di garantirsi come
contropartita il suo appoggio alle scorse elezioni comunali”.
“Il De Luca che in tutti questi anni si scagliava contro i cattivi costumi politici messinesi – hanno proseguito -, che proponeva un nuovo modo di fare politica, che si contrapponeva alla ‘vecchia banda Bassotti’, dov’è ora? Il De Luca che sosteneva che prima del suo avvento le società partecipate erano sempre state utilizzate come un bancomat della politica, oggi smaschera davanti all’intera opinione pubblica il sistema …’De Luca’. Un sistema che, come lui stesso dice, ‘vive di consenso’. Un consenso che va cercato, ed evidentemente alimentato, in tutti i modi possibili, anche attraverso quelli che lui stesso falsamente criticava. Un sistema in cui non si è vincolati al programma di governo ma alle ambizioni personali del leader. E infatti, tutti coloro che hanno avuto incarichi fiduciari, in particolare assessori e i componenti dei Cda delle partecipate, ai quali, peraltro, è stata recentemente raddoppiata l’indennità, dopo essere stati pesantemente umiliati con i peggiori aggettivi, sono stati chiamati ad un ‘tagliando’ non sugli obiettivi politico-amministrativi raggiunti ma su quanti voti saranno in grado di portare alle Europee alla lista ‘Libertà'”.
Hanno poi concluso: “Un ricatto bello e buono che pare, tuttavia, non scalfire minimamente i diretti interessati che anzi rilanciano, forse per paura di perdere l’incarico, con diverse dichiarazioni di fedeltà. L’auspicio, quindi, è che monti forte l’indignazione tra gli elettori e che, a partire da queste elezioni
europee, arrivi un forte segnale dalle urne contro questo modo spregiudicato di intendere la politica”.
Sul tema interviene pure il Gruppo di iniziativa e resistenza civica “Rispetto Messina”: “Nel recente diktat emesso da Cateno De Luca in veste di colui che ritiene di essere padrone assoluto di persone che invece hanno una loro soggettività, e un cervello e un’anima, non sono mancati gli insulti rivolti ai suoi sodali che, pur avendo cariche e incarichi nella Giunta comunale e nei cda delle società partecipate, non si starebbero impegnando nel modo dovuto nella campagna elettorale per le Europee. Una vera e propria “fatwa” dai toni senza appello nella quale viene assolto solo il “suo” Federico Basile, come se il sindaco di una Città metropolitana venisse considerato proprietà personale“.
E ancora: “Quel che sorprende è che di fronte a tale comportamento, date le aggettivazioni quali “parassiti”, “macabri satiri danzanti” e “mezzi uomini e mezze donne” ( ampliando le famose categorie “sciasciane”), non ci sia stata alcuna reazione da parte dei destinatari di tali attacchi. Come se costoro fossero soggetti a una sorta di incantamento che fa mettere da parte il proprio orgoglio e le proprie esperienze professionali e politiche. Il tutto pur di conservare il posto che, alla luce di quanto sta avvenendo, è lecito pensare sia stato loro assegnato seguendo prioritariamente il criterio di un assoluto fideismo”.
Nella foto il Coordinamento provinciale del Partito democratico.