Politica

Il ponte della discordia, “un cantiere di 18 km” e “troppe criticità”

MESSINA – Ancora polemiche sul ponte sullo Stretto. Il comitato Noponte Capo Peloro scrive di un “cantiere lungo 18 chilometri a Messina”. In particolare, s’esprime così: “Guardate le mappe (nella foto, n.d.r.) che abbiamo elaborato sulla base dell’attuale progetto del ponte e vi renderete conto che “il cantiere” del ponte sullo stretto è lungo 18 chilometri da Capo Peloro a Contesse e coinvolge tutta la città con le sue venti aree di cantiere. Sovrapponete poi le nostre precedenti mappe dei rischi di subsidenza (cedimenti) e degli espropri/servitù e sarà ancora più chiaro che saremmo tutte/i coinvolti per anni e anni. Lo Stretto di Messina non si tocca, lo difenderemo con la lotta”.

A sua volta, il comitato “Invece del ponte” risponde a Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina: “Il dottor Ciucci continua a ripetere, forse anche per autoconvincersi, che il progetto del ponte è perfetto, che non esistono problemi, che è pronto ed è cantierabile da 20 anni e chi solleva perplessità o evidenzia problemi lo fa solo perché è ideologicamente contro il ponte. Non è così, non sono gli odiosi no-ponte a sollevare i problemi. Se legge i documenti, vedrà che il problema delle faglie lo solleva la presidenza del Consiglio dei ministri con il Dipartimento della protezione civile e con le linee guida pubblicate nel 2015. La mappatura delle faglie che spuntano sotto le fondazioni delle torri in Calabria è quella ufficialmente riconosciuta nel territorio nazionale. Le criticità relative alle analisi strutturali le hanno evidenziate, in modo importante con decine di prescrizioni, i componenti del Comitato scientifico nominati dal Mit, quel ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che fortemente vuole il ponte”.

Invece del ponte si rivolge all’ad Ciucci: “Dalle carte dei suoi progettisti s’evince la follia dell’opera”

E ancora: “Non è continuando a dire che si tratta solo di raccomandazioni che cancellerà la seconda
parte della frase che pesa come un macigno alla fine del parere del Comitato scientifico: “Parere positivo sulla relazione del progettista nella versione finale, fatte salve le considerazioni, osservazioni e raccomandazioni riportate nelle sezioni 1 e 2 e nell’appendice del presente documento”.
Continua “Invece del ponte”, sempre rivolgedosi a Ciucci: “La richiesta di effettuare prove sui cavi è del progettista, la trova negli elaborati di progetto. “Senza conoscere l’esito degli studi preparatori non è possibile formulare ipotesi su un potenziale contributo dell’Unione europea alle attività di costruzione del ponte previsto”: si tratta di un’affermazione della commissaria Adina Valean data a nome della Commissione europea il 10 luglio .2024. Che il franco navigabile, tema attorno a cui si addensano nuvole sempre più fosche, è stato calcolato in condizioni particolarmente favorevoli è affermato dai suoi progettisti. Che la copertura finanziaria non c’è lo dicono i documenti di programmazione economica dello Stato italiano”.
Conclude il comitato: “L’assenza, particolarmente grave anche in termini di trasparenza, di tutti gli elaborati di stima in quello che viene definito un progetto definitivo è un fatto affermato in modo indiscutibile con la consegna del progetto. Anche l’assurda volontà di spezzettare in lotti un progetto per sua natura non suddivisibile non servirà a rendere accettabili le singole parti. Continueremo con una lettura unitaria che dimostra l’inutilità e la non sostenibilità, sociale, ambientale, economica; dell’idea ponte. Dottor Ciucci, nelle carte prodotte dai suoi progettisti e dalla sua società troverà notizie molto utili a capire che il ponte è una follia”.