Politica

“Il ponte? Manca la valutazione ambientale e i cantieri durebbero almeno 30 anni”

MESSINA – “Far credere che il progetto del ponte sia già munito di tutte le approvazioni è prendere in giro gli italiani. Il progetto del ponte ad oggi non è valutabile: così è sancito dal ministero dell’Ambiente nella verifica di ottemperanza a suo tempo redatta. E, ad oggi, non è cambiato nulla”. Lo ha sostenuto l’ingegnere Sergio De Cola nel corso dell’audizione presso le commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera dei deputati. Un punto di vista portato avanti dal movimento Invece del ponte – Cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto che insiste su due concetti: “Manca la valutazione ambientale e, in caso di avvio, i cantieri durebbero almeno trent’anni. Da considerare pure gli aumenti esponenziali dei costi”.

De Cola ha rilevato che “il parere 1185 del ministero dell’Ambiente ha valutato che le risposte fornite [dai progettisti alle richieste di integrazioni sono state parziali, lacunose e non sempre esaustive. E, che, per tale ragione, non ha potuto rilasciare alcuna verifica di compatibilità ambientale in merito alle varianti sostanziali intervenute tra il 2003 e il 2011”. Mette in rilievo il movimento Invece del ponte: “L’ingegnere De Cola ha illustrato come partendo dai dati contenuti esposti dalla società proponente nella verifica di ottemperanza del marzo 2003, – che ricordiamo sancisce che il progetto a oggi non è valutabile – la fase di cantierizzazione dell’ipotesi di realizzazione del Ponte sullo Stretto sia in pratica un disastro annunciato per la città di Messina. Messina che, nel caso in cui fosse avviata l’opera, sarà di fatto trasformata in un unico cantiere. Ha anche evidenziato come, il tempo di realizzazione a oggi ipotizzabile sulla base di dati ufficiali forniti dall’Agenzia della coesione o dal Mit, ministero delle Infastrutture e dei Trasporti, sia stimabile in non meno di 30 anni”.


Continua Invece del Ponte: “L’audizione fa seguito a quelle dei sindaci di Messina, Federico Basile, e di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, che hanno denunciato con preoccupazione gli enormi problemi cui andrebbero incontro i cittadini dell’area dello Stretto per il gravissimo impatto su larga parte dei territori dei lavori dell’opera. Alle perplessità e ai forti timori si sono aggiunte anche le osservazioni del presidente dell’Anac sugli aumenti esponenziali dei costi, che superano di gran lunga quelli preventivati e, conseguentemente, rischiano di violare le vigenti normative in tema di appalti”.

“Il ponte strada impervia e di dubbia leggitimità”

Conclude il movimento: “Le audizioni confermano, da voci e posizioni sia contrarie che favorevoli all’opera-ponte, che la strada che si sta seguendo è impervia, di dubbia legittimità, con sbocchi imprevedibili e che nelle attuali condizioni non apporterebbe alcun significativo miglioramento nei trasporti su treno da e per la Sicilia, come affermato dal professore ingegnere Russo. In questo momento i proclami lasciano il tempo che trovano, serve invece una informazione completa, responsabilità e rispetto delle regole.