MESSINA – La realizzazione del ponte sullo Stretto preoccupa la VI Municipalità. Ovvero, la Circoscrizione maggiormente investita dai lavori, con cantieri, espropri e disagi. In audizione alla Commissione ponte, presieduta da Pippo Trischitta, così si è espresso il presidente Francesco Pagano, con al suo fianco i consiglieri del Quartiere: “Il ponte metterà in ginocchio una viabilità già precaria. Di conseguenza, noi puntiamo ad avere un ruolo di vigilanza e a essere collaborativi. Quando partì la metanizzazione di buona parte della zona nord, i soggetti attuatori ci coimvolsero, anche se in quel caso gli espropri non riguardavano abitazioni ma i terreni erano il pane quotidiano per chi viveva lì. Io ero consigliere di Quartiere e lo ricordo bene. Attivammo dei punti informativi per essere più chiari possibili. In tanti ci chiedono informazioni”.
Non c’era ieri, in Commissione ponte, il clima infuocato di quando l’ospite è stato l’amministratore delegato della società “Stretto di Messina”. Dopo le polemiche e la carta igienica lanciata, all’arrivo di Pietro Ciucci, in attesa del leader di Alleanza Sinistra Verdi Angelo Bonelli, il 27 marzo, l’audizione ha avuto la VI Municipalità come protagonista. Non a caso, il presidente Pagano (di Ora Sicilia) aveva chiesto di partecipare alla commissione, con un’audizione permanente. “La grande opera investe il nostro territorio”, aveva spiegato. Non c’era un clima acceso ma si respirava, tra i consiglieri della Circoscrizione, una grande preoccupazione. E prevale la richiesta di un coinvolgimento dei rappresentanti del territorio in vista del possibile avvio.
Secondo il presidente della Commissione, Trischitta, appare importante “il dialogo della società Stretto di Messina con la VI Municipalità”. E ha evidenziato che si è evitato di andare insieme, Commissione e società, nei luoghi della realizzazione, per evitare probabili contestazioni. Per il consigliere Massimo Russo (Fratelli d’Italia, della VI Municipalità, “rimangono molti dubbi sull’opera. Riguardo agli espropri, siamo fermi alla versione del 2011”. Da qui la necessità di una stretta collaborazione con gli uffici comunale per “informare la collettività”.
Ha evidenziato a sua volta Cosimo Oteri (Forza Italia): “La VI Circoscrizione è comunque orientata verso la realizzazione della grande opera. E non sul no, come avviene a Torre Faro, teatro di manifestazioni. I cantieri sono ovunque ma a questo Quartiere bisogna dare priorità, data la collocazione territoriale, in relazione alle scelte che farà il ministero. Ecco la mia proposta: inviare un atto di indirizzo alla Stretto di Messina Spa perché tenga presente del ruolo del VI Quartiere in qualità di voce e accompagnamento a quella che potrebbe sembrare politicamente una guerriglia a Torre Faro e Ganzirri. C’è grande opposizione alla realizzazione del ponte. Ci saranno gli espropri coattivi. E dobbiamo far capire alle persone che la zona sarà off limits. Chi meglio della VI Circoscrizione può interloquire con la cittadinanza della zona?”.
Tra gli “incerti” si definisce il consigliere Massimo Costanzo (Sicilia Vera): “Mi affascina il rendering, mi preoccupa tutto il resto. Solo le aree di cantiere saranno tra Ganzirri, Torre Faro e Villafranca. Molto più d’un impatto. Come consiglieri di Municipalità, la vedo difficile d’interloquire con la società Stretto di Messina. Credo che sia più facile per il Comune. Inoltre, nel 2012, uscì una legge sulla Gazzetta ufficiale in base alla quale la prima Stretto di Messina, qualora il ponte non venisse realizzato, tramite un accordo tra il Cipe (ora Cipess, Comitato interministeriale per la programmazione economica) e le Regioni interessate, ci si impegnava comunque a fare le opere compensative. Va chiesto alla riesumata Stretto di Messina: se la sente di stringere questo patto con la nostra città? Ammiro il sindaco che ha detto a Roma: Per Messina decide Messina. Ad esempio, tra le opere compensative, l’anello di raccolta acque bianche attorno al lago di Ganzirri. La società s’era impegnato allora a farlo per 4 milioni di euro. Ne indico un’altra: la metromare. E ancora: torrente Papardo, la strada a Faro Superiore, Marotta, di tutto di più. Allora s’era impegnata ma poi fallì. E ora?”.
Perplessità sulla proposta di Oteri è stata espressa pure dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Libero Gioveni: “Non sappiamo nemmeno se le nostre ragioni di consiglieri comunali saranno prese in considerazione. Ancora più difficile la Municipalità. Il collega Costanzo mi ha tolto le parole di bocca”. Da parte sua, Dario Carbone, sempre di Fratelli d’Italia, ha proposto che lo sportello espropri, attIvato al Palacultura, sia portato pure nel Quartiere: “Lo sportello deve essere delocalizzato nella VI Municipalità, raggiungibile dall’utenza in modo più semplice. Invece di fare cinque giorni su cinque al Palacultura, un paio di giorni alla VI Municipalità sarebbe auspicabile”. La proposta è stata giudicata positivamente dal presidente Trischitta, che si prepara a nuovi colloqui a Roma con i vertici della Stretto di Messina.
All’inizio del suo intervento, ha affermato polemicamente Carbone: “Se i Comitati no ponte non vogliono più discutere con questa Commissione, ce ne faremo una ragione, visto come si sono comportati l’ultima volta” (anche se si trattava di una contestazione di una minoranza rispetto al numero e alla varietà dei Comitati, n.d.r.). Un’intenzione, quella delle realtà no ponte, comunicata da Trischitta: “Preferiscono la via della protesta”.
In generale, in una commissione segnata da tante incertezze, con un filo comune come punto interrogativo (“Saremo davvero ascoltati?”), sono intervenuti pure i consiglieri Giuseppe Schepis e Salvatore Papa.
Questo il territorio della VI Municipalità: Contemplazione – Pace – S. Agata – Ganzirri – Torre Faro – Capo Peloro – Mortelle – Timpazzi – Casa Bianca – Sperone – Faro Superiore – Curcuraci – Massa S. Giovanni – Massa S. Lucia – Massa S. Nicolò – Massa S. Giorgio – Acqualadroni – Spartà – Castanea – Salice – Santo Saba – Rodia – Ortoliuzzo – Gesso.