di Marco Olivieri
MESSINA – L’arrivo del vicepresidente del Consiglio e ministro Salvini a Messina. Ovvero, “l’uomo del ponte”. E, in generale, una campagna elettorale delle europee tutta all’insegna della grande opera da parte del senatore leghista Nino Germanà. Eppure, in città, l’esponente del comitato “Ponte e Libertà” non è andato oltre i 2690 voti. 8.154 preferenze nella Città metropolitana. Il ponte sullo Stretto non genera grandi consensi a Messina o comunque, considerata anche l’affluenza al 38,85, non c’è stata una spinta in avanti nel nome dell’infrastruttura più divisiva d’Italia.
ll senatore, nell’intervista a Tempostretto, ha tenuto a precisare che “la Lega cresce rispetto alle politiche del 2022, quand’eravamo al 3 per cento”. Ora si colloca sull’8,49% a Messina e provincia. Ha messo in rilievo Germanà: “Non siamo però riusciti a trasmettere il messaggio che il ponte sullo Stretto si farà. O, comunque, in molti non ci credono. E la società Stretto di Messina deve comunicare meglio. Sul piano politico, le persone, quando vedranno i fatti, si ricrederanno e noi aumenteremo i consensi”.
In generale, la sensazione è che vincitori e vinti del territorio metropolitano siano stati premiati o “puniti” dagli elettori a prescindere dal tema ponte. Diversi voti no pontisti sono andati di sicuro a Pd, al 12,6%, al M5S, al 10,31%, e ad Alleanza Verdi e Sinistra, al 3,58. Ma molti erano probabilmente già “acquisiti”, seppure nella mobilità del voto, secondo la logica degli schieramenti.
Di certo, altro elemento non secondario, la svolta critica nei confronti della grande opera non ha fatto crollare i consensi per Cateno De Luca e alla sua “Libertà” nel territorio metropolitano, con il primato del 21,71%. Il crollo della lista Libertà riguarda l’ambito nazionale.
Nella foto interna la scritta “Timeo Pontem et dona ferentem”, uno striscione sopra la sede della Lega provinciale a Messina. Una rieleborazione della frase latina “Timeo Danaos et dona ferentes” (“Temo i Danai anche quando recano doni”[).