COMEGLIANS – Da Messina alla provincia di Udine, con una passione nel cuore sfociata nel primo dojo di tutta la Regione. Il messinese Giovanni Giardina ha portato lo Shorinji Kempo in Friuli Venezia Giulia, a pochi chilometri dal monte Zoncolan, a Comeglians. Lì è dove si è trasferito ormai da diversi anni, lasciando la terra che ama, come tanti giovani prima e dopo di lui. Lo Shorinji Kempo è un’arte marziale fondata nel 1947 in Giappone da Doshin So ed è “la pratica per sviluppare gli individui”. I tre principi base sono l’autodifesa, la salute fisica e la crescita spirituale.
Il viaggio di Giovanni Giardina, però, è partito dallo Stretto. “Mi ha portato a lasciare la Sicilia quel luogo comune che è la mancanza di lavoro – ha raccontato -. O meglio: la mancanza di un lavoro equamente retribuito in grado di darti la possibilità di creare e mantenere una famiglia con una determinata serenità e una determinata stabilità, una cosa che la bella Messina vorrebbe garantirti a differenza del datore di lavoro medio che ho incontrato. Le Alpi carniche sono state un luogo dove rifugiarmi e coltivare me stesso non solo a livello economico ma anche a livello personale”.
Lì, sulle Alpi carniche, Giovanni non ha dimenticato le sue origini e le sue passioni, come quella per la disciplina sportiva che ora insegna: “La passione per lo Shorinji Kempo è nata quasi per sbaglio avendo visto questa disciplina per un caso fortuito all’età di 14 anni. Questa disciplina mi ha cambiato totalmente la vita, trasformandomi da ragazzino insicuro e dandomi la sicurezza e rafforzando il mio carattere. L’allenamento delle tecniche, per quanto realmente efficaci, non è che il mezzo per migliorare sé stessi, rafforzando il nostro individuo nella mente, nel corpo e nello spirito. Praticare lo Shorinji Kempo è stato per me il miglior modo per imparare in che modo va affrontata la vita. Con quale stato mentale, con quanta determinazione e a farla con la parte che le arti marziali ti sollecitano di più a migliorare: la calma”.
Da lì, la nascita del proprio dojo: “Il mio dojo nasce a fine 2023 dopo aver parlato e mostrato lo Shorinji Kempo nel territorio carnico, mostrando ciò che mi era stato insegnato per tanti anni. La mancanza di luoghi in cui allenarmi mi ha spinto ad aprirne uno io stesso. E inoltre lo scopo dello Shorinji Kempo è diffonderlo il più possibile perché attraverso i suoi insegnamenti si diffonde anche efficacemente il concetto di pace. Il dojo non è soltanto un mio risultato, il merito va anche al mio sensei e ai miei compagni di Messina che mi hanno sostenuto, al comitato Nord Italia della Fisk (Federazione Italiana Shorinji Kempo), che mi ha accolto, e ai miei allievi, che si sono fidati fondamentalmente di uno sconosciuto venuto da un’isola lontana per insegnare loro qualcosa”.
A distanza di migliaia di chilometri, il rapporto con la propria terra non è cambiato: “Con Messina ho un ottimo rapporto, è la città dove sono nato, dove risiede la bellissima famiglia da cui provengo. Ancora oggi dopo 4 anni che ho lasciato casa porto con me gli insegnamenti della mia città, dei miei genitori e di tutta la mia famiglia, che fortunatamente grazie alla tecnologia non mi abbandona mai. Soprattutto porto con me sempre la sensazione di sicurezza che mi da vedere il mare e scorgere l’orizzonte tutti i giorni. Riguardando indietro, però, rifarei esattamente tutto ciò che ho fatto. I bei ricordi non cambiano le condizioni e le motivazioni per la quale sono andato via dalla mia città e cerco sempre di vivere senza rimpianti. Partirei comunque, magari cercando di fare le cose meglio di come sono state fatte”.