È ormai noto praticamente a tutti come oggi ci si possa affidare ai social per qualsiasi tipo di richiesta o ricerca, ma l’idea di sei giovani laureati – Valentina e Alessandra Zullo, Gabriele Lombari, Alessia Chianese, Giuseppe Galateofiore e Antonio Sciaudone – parte, prima ancora che da questa generale consapevolezza, da un approfondito studio teorico e dall’esperienza diretta.
Circa due anni fa, Valentina Zullo, all’epoca laureanda in Servizio Sociale e Politiche Sociali presso l’Università del Molise, ha svolto un tirocinio sperimentale che l’ha portata a conoscere meglio il proprio territorio: “Aveva una durata prevista di duecentocinquanta ore, ma in realtà l’esperienza mi ha impegnata per sei mesi” racconta Valentina, “nel corso dei quali sono stata a contatto con associazioni e organismi no profit, e ho avuto la conferma che si tratta di soggetti che, pur senza una qualifica istituzionale, svolgono un ruolo fondamentale per la società, soprattutto per i suoi membri più in difficoltà”.
Il soddisfacimento dei bisogni sociali, continua Valentina, deve affrontare difficoltà di vario tipo: “Come ripete spesso il presidente di un’associazione con cui ho collaborato, Campobasso Quartiere Nord, i problemi non sono solo di natura economica. Prima di tutto, per intervenire sulle necessità altrui, bisogna conoscerle, e non sempre è facile, sia per questioni logistiche – i membri delle associazioni non possono sempre passare da ogni casa per controllare a chi serve cosa – che per altre, psicologiche – l’imbarazzo di dover ammettere uno stato di bisogno.
Per la propria tesi, Valentina ha ipotizzato la nascita di una piattaforma digitale che permetta l’incontro immediato tra chi ha un bisogno e chi è disponibile a soddisfarlo. Per il proprio lavoro, oltre al massimo dei voti, Valentina ha ottenuto una menzione speciale che le permetterà di pubblicare su riviste scientifiche.
“Subito dopo la laurea ho pensato di trasformare la piattaforma dallo stato d’idea alla realtà. Mia sorella è laureata in informatica, e tramite lei ho conosciuto alcuni suoi colleghi di Salerno e abbiamo unito le forze. Loro si occupano appunto dell’aspetto informatico, mentre io della gestione pratica della piattaforma”.
La materia è oggi di difficile inquadramento legale, spiega ancora Valentina: “Il fatto è che piattaforme come la nostra vengono ad oggi trattate come tutte le agenzie del lavoro che utilizzano il web, ma la nostra natura è diversa. Si fa molta confusione circa l’economia della condivisione, spesso facendo rientrare nel campo, come dicevo, anche ogni tipo di reclutamento di personale tramite internet; economia della condivisione significa invece una doppia economia: il risparmio dal lato di chi ha un bisogno, e il guadagno per chi lo soddisfa”.
La piattaforma Favoriinrete è ufficialmente attiva dal 1 gennaio di quest’anno – mentre quello precedente è stato interamente dedicato a migliorare l’usabilità del sito. “Come si evince dal nome, parliamo di “favori”, attività per cui non servono specifiche capacità o esperienze, si va dall’andare a fare la spesa, a portare a spasso il cane, dismettere oggetti pesanti o accompagnare qualcuno dal medico. L’obiettivo è essere d’aiuto alle persone tramite la tecnologia, intatti si può dire che la piattaforma svolga servizio sociale”.
Non si tratta quindi di un’agenzia di lavoro, ma neanche di un organismo di ricerca di volontari: “Chi dedica il proprio tempo a soddisfare un bisogno altrui viene ricompensato. Sulla piattaforma si usa una moneta virtuale, il “Fircoin”; questa dinamica di fatto tutela chi esegue il favore, evitandogli una doppia tassazione. Al centro del nostro progetto ci sono le persone, e non saremmo stati a nostro agio a proporre un compenso irrisorio.”
Come si può immaginare, Valentina si augura l’entrata in vigore di una disciplina specifica per il settore: “Il precedente governo aveva emanato un decreto al riguardo, senza poi però convertirlo in legge. Adesso ci aspettiamo che sia questo governo a disciplinare con norme apposite l’economia della condivisione, in modo da non essere più accumunati a soggetti con caratteristiche, finalità e modalità operative diverse. Per il momento siamo contenti di essere stati inseriti nell’osservatorio di “Collaboriamo”, associazione che fa da ponte tra il governo e chi si occupa di economia della condivisione”.
Per concludere, parliamo con Valentina dei primi risultati circa la diffusione della piattaforma: “Finora, per quanto riguarda il dato territoriale, le maggiori iscrizioni sono state in Lombardia, Lazio e Campania, ma anche in Sicilia ne abbiamo avuto diverse. Per il resto, l’utenza è assolutamente eterogenea; si va dall’anziano o dal disabile con difficoltà di trasporto, a professionisti che, impegnati tutto il giorno dal proprio lavoro, cercano favori per commissioni di vario tipo”.