“E magari chi lo sa che arrivi un regalino? Presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato, che faccia una trattativa lui stesso di consegnarsi e fare un arresto clamoroso…”. Riascoltate oggi le dichiarazioni di Salvatore Baiardo qualche brivido lo fanno venire. Ma, suggestioni a parte, cosa ha detto il collaboratore di giustizia nell’ormai famosissima intervista rilasciata a Massimo Giletti e andata in onda lo scorso novembre su La7?
Erano giorni in cui si parlava della riforma dell’ergastolo ostativo, che consiste nell’impossibilità per i detenuti di accedere alla libertà condizionale, ai lavori esterni, alla semilibertà e ai permessi-premio. La Corte costituzionale aveva ritenuto la norma incostituzionale, ordinandone la modifica. Nell’intervista, Baiardo ne auspica l’abrogazione, ritenendola “l’unica speranza” per i Graviano, i boss di Brancaccio dei quali, negli anni Novanta, aveva favorito la latitanza. Ed è qui che il collaboratore di giustizia tira fuori la storia di Matteo Messina Denaro “molto malato” e che potrebbe “consegnarsi lui stesso”. “Così – dice Baiardo a Giletti – arrestando lui magari esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore?”.
“Lei mi sta dicendo che Matteo Messina Denaro non sta bene?”, lo incalza il conduttore.
“Sì” replica Baiardo. E aggiunge: “Si presume, diciamo così…”.
“Sta dicendo una cosa forte – insiste il conduttore – sta dicendo che siccome non sta bene… Questo potrebbe essere un colpo forte per il nuovo governo”.
“Un fiore all’occhiello. Come si dice, un bel regalino” annuisce Baiardo.
I due parlano del tema della trattativa Stato-mafia. “Tutto è possibile, magari è programmato da tempo”. “Quello che mi ha raccontato lascia perplessi…” conclude Giletti.
“Lascia perplessi se si avvererà – replica il collaboratore di giustizia – altrimenti la gente dirà: “Baiardo ha raccontato quest’altra fesseria…””.
Poche settimane dopo l’intervista, Matteo Messina Denaro, gravemente malato, viene arrestato in un clinica di Palermo dove era in cura da tempo. Ma il fatto che il superboss fosse malato era noto da mesi, forse anni, dentro e fuori gli ambienti investigativi. Che Baiardo lo sapesse non deve quindi sorprendere più di tanto.
Quanto alla riforma dell’ergastolo ostativo, la modifica, poi approvata dal Parlamento a fine dicembre, prevede che dai benefici rimangano esclusi i detenuti in regime di 41-bis (mafia e terrorismo).
Nessuna “speranza”, dunque, per i Graviano.