Politica

Il sequestro del parco “Aldo Moro” è una beffa per i messinesi

di Marco Olivieri

MESSINA – Il 23 maggio l’inaugurazione. Nemmeno un mese e oggi è stato il giorno dei sigilli della polizia municipale. Il sequestro del parco “Aldo Moro” è un imprevisto che lascia senza parole. Un danno enorme, pure sul piano psicologico, dopo tanti anni di attesa di questo polmone verde. Il motivo? Occorre verificare l’eventuale presenza nel sottosuolo di materiali inquinanti. E gli interrogativi sono davvero tanti.

Messina è già una città la cui bellezza è stata sacrificata, violentata da chi ha gettato veleni nell’acqua e nel suolo nella zona falcata, ad esempio. E, di recente, la sottosegretaria Matilde Siracusano ha annunciato che gli attesi 20 milioni per la bonifica “saranno ufficiali nella prossima delibera Cipess”. Probabilmente nemmeno sufficienti a completare l’operazione ma importanti per avviare una svolta.

La bellezza negata e il rischio di una perenne rassegnazione a Messina

Ora l’incubo, per il parco, è che rimanga chiuso per molto tempo. Qualcuno vi ha gettato rifiuti? C’è davvero del materiale inquinante? Non erano stati fatti dei controlli in precedenza, prima dell’avvio dei lavori? E che cosa ha comportato la svolta? C’è stata una “fretta elettorale” a inaugurare, come sostengono il consigliere Coletta (Pd) e Fratelli d’Italia, ma il sindaco nega, oppure si tratta di un intoppo imprevedibile? Un colpo di sfortuna legato alla Messina di un tempo, quando si sotterrava la qualunque persino nella sede dell’Atm.

Tanti interrogativi che investono in primis l’amministrazione Basile. Ma l’effetto psicologico, per una Messina perennemente in bilico tra commedia e tragedia, beffa e disincanto, risulta il peggiore. Il rischio, per Messina, è quello di rassegnarsi a un’impossibilità a essere normale.

Solo con la nuova apertura del parco ci si potrà rassicurare che non si torna indietro

Una cosa era attendere che finalmente ci fossero i bagni e tutti i miglioramenti indispensabili per il parco, a partire dalla tutela del prato. Un’altra è pensare ancora una volta in termini di bellezza negata e di patrimonio verde di cui è impossibile, speriamo per poco tempo, usufruire. Se prima si diceva “a Messina non c’è nenti” (“a Messina non c’è niente”), ora non vorremmo che si dicesse: “A Messina c’è di tutto, nel sottosuolo, e non c’è da stare allegri”.

“ll squestro è stato disposto per consentire all’Arpa di effettuare delle analisi al fine di escludere la presenza di elementi contaminanti. I controlli non riguardano le aree a disposizione del Comune”, ha rassicurato il sindaco. Ma, per tranquillizzare i messinesi, o quelli che sperano in un cambiamento e in una città rispettosa dell’ambiente, serve che presto quel parco sia di nuovo aperto. Nella totale sicurezza e serenità. Solo così, e intanto magari rifugiamoci nella rinnovata Villa Dante, potremo sperare che non si torna indietro.