Politica

Il sindaco e la gogna social: le associazioni scrivono al Garante per l’infanzia

Da un lato l’ordinanza sull’accattonaggio, dall’altro la gogna social. Una miscela “esplosiva” che lede dignità e diritti e che ha spinto le associazioni Circolo P. Impastato PRC Messina, Rete Antirazzista, Cittadinanza Attiva, Unione Inquilini Messina, Zancle & Martello    a scrivere al Garante per l’infanzia (sia nazionale che messinese) ed all’ Autorità garante per la protezione dei dati personali, chiedendo un intervento nei confronti del sindaco De Luca.

Ordinanze da “sceriffo”

I social media sono diventati parte di una strategia di governo dell’ordine assieme all’ordinanza sindacale del 15 luglio in materia di decoro urbano e sicurezza della città. Le persone per De Luca non sono da tutelare e verso di esse non vanno messe in atto politiche di sicurezza sociale. No! L’ordinanza di De Luca-sceriffo è punitiva e repressiva contro persone che nei fatti a Messina non sono mai stati un intralcio e anzi contribuiscono alla stessa economia cittadina.  Il suo senso di “pulizia e decoro” lo scorgiamo dai video social che colpiscono giovani uomini nigeriani che incontriamo giornalmente a Messina, che vivono con dignità, e che questa ordinanza tramortisce sottoponendoli a difficoltà economiche e a gogne mediatiche. In vari video pubblicati nella mangiatoia di FB, De Luca insieme ai vigili urbani (declassati spesso a Polizia personale) trattano questioni delicate col pugno duro. Ricordiamo tristemente quello della squallida operazione di “pulizia” dello spazio occupato da persone che dormivano (definiti padroni del Palacultura) e quello del lavavetri cacciato malamente in diretta facebook”.

Nell’esposto le associazioni ricordano il video che ritrae due giovani, uno dei quali minorenne, che scarica abusivamente legna in un casolare abbandonato, video che ha scatenato la gogna social.

“De Luca la smetta”

“Il sindaco De Luca- conclude la nota- smetta di usare questa politica securitaria e poliziesca dividendo i messinesi in buoni e cattivi, in cittadini per bene e cittadini sgraditi, in persone conformi o difformi al decoro. Non è con questa strampalata e repressiva idea di tutela del decoro che si rende attrattiva la città”.