MESSINA – Il classe ’84 Igor De Pasquale, con il libro “Il mio sogno responsabile”, continua a ricevere consensi. Il percorso che l’igienista dentale messinese ha fatto nel corso di tanti anni, pieni di sacrifici e amore per la propria professione, è diventato un vero e proprio messaggio non solo ai colleghi, ma anche ai messinesi. Dietro la sua storia e quella dell’apertura del suo studio di igiene orale, si nasconde un vero e proprio manuale, sia per la professione, sia, soprattutto, per come affrontare le cose, inseguendo un sogno in una città spesso considerata difficile da chi ci abita: Messina.
“Mentre scrivevo non mi era ben chiaro il target – ha raccontato Igor De Pasquale a Tempostretto -. Quello che pensavo fosse un limite è diventato poi una virtù del libro stesso. Inizialmente l’iter me l’ha dato il pensiero di volermi rivolgere ai colleghi igienisti e ai più giovani. Dodici anni fa ho aperto il mio studio che è stato se non il primo in assoluto in Italia almeno il primo con un branding definito e realizzato da un igienista conosciuto a livello nazionale. Avevo svolto molte attività per la professione in giro e ricevevo continue chiamate con domande su come avessi realizzato lo studio e quali passi compiere nella professione. Per cercare di rendere tutti felici ho pensato che questo fosse il modo di aiutare, raccontando questa storia, per spiegare a tutti che bisogna essere sia preparati a livello clinico, sia pronti ai rischi d’impresa, sia ai grandi sacrifici iniziali”.
E proprio sui sacrifici si concentra il dottore De Pasquale: “All’inizio lavoravo tutti i giorni, anche la domenica, spesso fino a mezzanotte o all’una. Ero da solo e non è stato facile, perché inizi a farlo mentre intanto continui a fare consulenze per altri studi. Proprio per questo all’inizio non ho detto a nessuno di aver intrapreso il percorso per il mio studio, volevo evitare il fastidiosissimo ‘cu ti porta?’. Non volevo resistenze, né che qualcuno mi frenasse nella mia rincorsa. Anche per questo è diventato un libro che parla alla città. Alcuni lettori mi hanno detto che era un bell’esempio, quello di chi nonostante le tante richieste (e ne ho avute tante, in Italia e all’estero, anche a Dubai e Londra) ha scelto di restare qui. Per me l’America è qui ed è da qui che sono riusciti a dare valore alla professione, con tante attività di prevenzione e sul territorio. Per me era importante promuovere questa figura professionale, entrando a contatto con le persone. E ad oggi la popolazione messinese sa cos’è un igienista dentale”.
“A Messina si può fare – prosegue -. Nella seconda parte del libro parlo proprio di questo, di cosa serve. Serve essere coerente con cosa hai scelto all’inizio, in ogni professione. Non bisogna cambiare in momenti in cui ti senti giù o pensi che le cose non girano. E poi bisogna trattare le persone come tali, non come pazienti. Bisogna individualizzare, rendere ogni aspetto personale. Serve gran lavoro ma è fattibile. Faccio un esempio: ho fatto tante consulenze e mi si chiedeva di trattare tutti allo stesso modo, ma per me è impossibile avere successo così. Avrei mille aneddoti ma ne racconto uno. Collaboravo con uno studio di Taormina e lì, tra i pazienti, c’era una famiglia che quando ho lasciato mi ha seguito fin qui a Messina, come hanno fatto tanti altri in giro per la provincia o da Reggio Calabria. I loro bambini sono cresciuti, tanto che mi hanno invitato ai loro 18esimi ed erano presenti alla presentazione del libro. Si creano interazioni speciali, umane, ti chiedi se siamo dottori, pazienti o amici, ma è proprio questo il bello”.
L’igienista ha poi parlato del futuro: “Non mi sono mai fermato, ho voglia di evolvermi e per me è proprio una fame interiore. Ora il mio obiettivo, sui ho lavorato e sto lavorando, è di riuscire a far inserire l’igienista dentale nel pubblico. A oggi si trova quasi totalmente nel privato, quindi esclude le fasce deboli o le fasce di reddito basse. Una follia non fare prevenzione primaria con loro, così si fa solo cura. Questo aspetto per me è cruciale e punto a far entrare questa figura negli ospedali”.
E ancora: “Ho due figli, quindi capita anche che i sogni personali puntino al loro benessere. Alla notizia della presentazione sui social ci sono stati tanti commenti positivi, ma mi ha colpito un commento negativo di una persona che mi ha scritto: ‘Povero illuso, farà crescere i suoi figli nella melma’. Ho risposto che la melma si trova ovunque, ho girato il mondo e l’ho visto. La bravura di un genitore è anche far capire ai figli come riconoscere la melma per evitarla. Ho raggiunto tanti risultati nella mia vita e ne vado orgoglioso, ma quello a cui punto è di fare coi miei figli come mia mamma ha fatto con me. La mia aspirazione è avere tempo da dedicare a loro, non voglio Ferrari, ricchezza o fama. La vita la vivo godendomi le piccole cose, mi piace giocare alle costruzioni coi miei figli, stare con loro. Sto bene, non mi fermo, ma bisogna dare anche il giusto valore a queste cose”.