REGGIO CALABRIA – Il sindacato Sul (segretario regionale Aldo Libri) in conferenza stampa nella sua sede reggina si rivolge a Palazzo San Giorgio. E in vista della manovra di bilancio, esterna la sua “ricetta”: lavoro, lavoro, lavoro.
Con Libri, al tavolo dei relatori il segretario provinciale del Sul Daniele Caratozzolo, Antonello Errante (responsabile Ambiente e Appalti) e Gino Giordano (responsabile ex Lsu-Lpu e Part-time).
La questione è dunque semplice: la sigla sindacale invoca più occupazione e, quanto agli occupati, un maggior orario di lavoro per chi è sottoutilizzato. Al contempo, la materia dell’incontro coi cronisti è “una e trina” perché concerne 1) i precari 2) i lavoratori Castore 3) la Polizia municipale.
L’articolato intervento suggerito dal Sul, peraltro, implicherebbe un esborso non superiore ai 6 milioni di euro complessivamente. Il Pnrr, fanno presente dal sindacato, potrebbe comunque fornire un contributo importante rispetto alle risorse economiche da impiegare.
Libri lo dice prima d’ogni altra cosa: «Come tante volte hanno lamentato gli stessi amministratori comunali, il Comune di Reggio ha centinaia di dipendenti in meno rispetto alla pianta organica. Alle porte della prossima sessione di bilancio dell’Ente, noi chiediamo che per prima cosa si guardi proprio a questo».
Vero è pure che la strategia appare differire rispetto a quanto da sempre professato da chi ha avuto e ha responsabilità apicali al Comune dello Stretto, cioè bandire al più presto – ma evidentemente “non così presto”, visto che il centrosinistra guida l’Ente da più di sette anni sostanzialmente con gli stessi elementi e questo non è avvenuto – i concorsi.
«In realtà, i lavoratori ci sono già – fa presente Caratozzolo -, almeno nell’immediato basterebbe aumentare il monte-ore settimanale per chi oggi ha contratti da 14 o 15 ore a settimana». Stando alle stime del Sul, sono 140 questi dipendenti, in alcuni casi con un contrattino per 12 sparute ore di lavoro settimanali: per raddoppiare questo monte-ore a partire dal 2022 servirebbero un milione 700mila euro, e l’anno successivo ne necessiterebbero altrettanti per arrivare a 36 ore/settimana.
Operando così, fa eco Aldo Libri, «si potenzierebbe l’efficacia e l’efficienza dell’azione della Pubblica amministrazione e si darebbe respiro in una terra che ha maledettamente bisogno di lavoro. Proprio per questo, oltre all’implementazione dell’orario di chi in atto è sottoutilizzato, a volte in settori assolutamente cruciali, noi comunque chiediamo anche che le attese assunzioni si facciano», precisa il segretario regionale.
Spinosa la faccenda di Castore, società in house che nelle sue fila vanta un numero «consistente» di lavoratori a tempo determinato, o meglio: che hanno avuto contratti a termine “in serie”. Eppure, fin qui, non sono mai passati all’indeterminato («Grazie allo stratagemma dell’assunzione a tempo determinato “in deroga”», osservano al Sul).
Il nodo è che questi lavoratori forzosamente “a termine” svolgono mansioni spesso essenziali (servizi manutentivi, servizio idrico…). In sostanza: non avvalersene più non potrebbe comunque mai significare sospendere quel tipo di prestazioni, ma solamente avvicendare i lavoratori, magari con altre unità a tempo determinato, alimentando una pratica amministrativa assolutamente censurabile.
Di qui la richiesta d’individuare le risorse per garantire la trasformazione di quei contratti a tempo indeterminato.
Il tutto mentre, osservano Aldo Libri & C.,
Solo che, rispetto a Castore, le cose si complicano in quanto proprio il Sul, dopo lo stato d’agitazione in atto dal 22 febbraio ormai, ha proclamato lo sciopero dei dipendenti per il prossimo 8 aprile. Motivi di fondo, i tardivi pagamenti e la malcerta sicurezza sul lavoro. «Già. Ma l’Amministrazione comunale, in tutto questo, dov’è? Noi ci aspettavamo che l’Ente si facesse vivo per attivare le classiche ‘procedure di raffreddamento’ della vertenza: beh, fin qui non è andata così. Silenzio assoluto», lamenta sconcertato Libri.
Nelle fila della Polizia locale, come emerso nelle stesse parole del comandante Salvatore Zucco a margine del non remoto “bilancio” annuale dell’attività del Corpo per il 2021, sono tuttora parecchi gli agenti inidonei al lavoro on the road. A volte si tratta d’inidoneità parziali; più spesso, d’inidoneità totali, o comunque non temporanee.
Com’è facile intuire, però, un lavoro come quello del vigile urbano ha disperatamente bisogno di svolgimento “su strada”, molto più che di back-office. Ragion per cui, mantenere la situazione esistente non va sicuramente nella direzione di una maggior sicurezza del cittadino o del commercio, di una circolazione stradale più snella, di una più incisiva lotta all’evasione di tributi come la Tari o la Tosap, riscontrabili proprio dagli agenti di Polizia locale.
Antidoti? Anche qui, bisognerebbe ricorrere più che altro a una robusta iniezione di risorse lavorative fresche. «Gli agenti che non possono operare all’esterno debbono migrare ai ruoli civili – rileva il segretario regionale del Sul -. L’Amministrazione comunale deve incentivare il passaggio ai ruoli civili anche per coloro i quali sono portatori d’inibizioni parziali. Questo aumenta la possibilità di disporre di pattuglie per strada: e questo non significherebbe solo una circolazione più fluida, di per sé già importante. Perché è vero che nell’immaginario collettivo l’agente di Polizia locale viene abbinato alle multe che ci vengono inflitte, ma in realtà è un agente di polizia giudiziaria e pertanto destinatario di una serie d’attribuzioni che debbono assolvere. Molti di questi incarichi – fa presente Aldo Libri – hanno risvolti economici importanti per le casse dell’Ente: dove ci sono mini-discariche, per esempio, tocca ai vigili urbani verificare chi paga la Tari e chi no». E quindi in chiave anti-evasione, ma evidentemente anche attraverso un maggior numero di sanzioni agli automobilisti, arriverebbero maggiori risorse per il Comune. Obiettivo non disprezzabile, nel creare nuova occupazione.