Il Ferribotte è tornato ed è pronto a nuove lotte. Un coordinamento rinnovato per rilanciare le iniziative e le attività del Movimento, sollecitando l’attenzione e la partecipazione nell’intero territorio regionale. Il punto di partenza è quello che ha portato #ilFerribottenonsitocca a scendere in piazza nel giorno di San Valentino: le esigenze di Mobilità del cittadino vanno tutelate e favorite in ogni direzione e con ogni destinazione e finalità. Dal trasporto passeggeri a quello merci, dai pendolari ai turisti.
Il Coordinamento si impegnerà ad essere vigile osservatore sullo stato dei Trasporti regionali e verso il continente segnalando e le tante criticità del sistema di trasporto, con l’intento come già fatto in passato di poter essere anche soggetto promotore di nuove soluzioni per affrontare e risolvere anche gradualmente le criticità insistendo sulla necessita del mettere in campo politiche di rilancio e quindi di sviluppo della Mobilità.
Lunedì attraverseranno le acque dello Stretto per partecipate alla manifestazione indetta per a Reggio Calabria per ribadire il No dell’area dello Stretto alla ventilata soppressione/chiusura dell’Aeroporto dello Stretto “ Tito Minniti”.
Il movimento prova a difendere quel diritto alla mobilità che giorno dopo giorno viene sempre più massacrato.“Al disagio dell’Area dello Stretto si aggiunge un sistema di mobilità regionale sempre più in crisi, le ultime ondate di maltempo hanno creato ulteriori disagi ed interruzioni. Il nostro territorio è in condizioni tali che basta una pioggia intensa per mettere in luce le gravi carenze dell’intero sistema sia stradale che ferroviario, come ben sappiamo in alcuni casi ha visto le interruzioni solo come temporanee (Letoianni), o nelle Madonie a Valledolmo, invece sulla tratta ANAS, Catania Palermo (crollo del Viadotto Hymera), vedrà tempi di intervento molto più lunghi e complessi. Il risultato è che il traffico stradale è andato in tilt, la Regione è divisa in tre tronconi e solo la rete ferroviaria funziona ma garantisce solo in minima parte le esigenze di mobilità con le attuali tratte servite e con i pochi treni rimasti, evidenziando ancora di più la drammatica fragilità del sistema trasportistico”.
Per il Ferribotte non si può continuare a fingere di non sapere, di non vedere e soprattutto non sono giustificabili le solite scuse sulla carenza di fondi, la politica regionale e nazionale deve cambiare atteggiamento, assumersi le sue responsabilità, non si può far finta di nulla senza realmente attivarsi pianificando e progettando investimenti sia nelle infrastrutture che nei mezzi, affinché siano risolte le mille criticità del nostro sistema trasportistico non trascurando l’esigenza di avviare seri programmi di recupero del nostro territorio segnato profondamente da incuria, abbandono, mancanza di progetti di recupero e di messa in sicurezza.
“Oggi è il momento di maggiore precarietà che i trasporti sullo Stretto abbiano mai vissuto. La manifestazione del 14 febbraio scorso ha fermato la dismissione dei treni ma il contratto di servizio della lunga percorrenza è nuovamente in scadenza al 31 dicembre e non si hanno notizie di prorogh. La parola d'ordine è emergenza per mare per cielo e per terra. Nonostante le rassicurazioni date all'amministrazione comunale, Bluferries dal 29 settembre ha abbandonato il porto storico e non vi sono collegamenti con nave per Villa San Giovanni se non privati. Anche il collegamento veloce su Villa non è regolamentato da appalti ma siamo solo alla ottava proroga e Bluferries potrebbe lasciare da un momento all'altro non avendo alcun obbligo contrattuale, lasciando 5 milioni di pendolari annui e ogni possibile continuità ferroviaria con l’alta velocità calabrese. Unica tratta finanziata è la Messina-Reggio con Ustica Lines che per 28 milioni assicurerà il servizio per 4 anni. Il Ministero ha giustamente declassato l'urgenza e la fattibilità del ponte subordinandolo ad altre emergenze infrastrutturali e di servizio, ma ad oggi mancano i finanziamenti necessari che dovrebbe dare per i collegamenti veloci e per i treni. Unica nota la firma dei due anni di contratto di servizio regionale, ma l'attuale rimpasto di giunta regionale potrebbe essere ostativo al più lungo iter per la stipula decennale”.