A poche ore di distanza l’una dall’altra, la coalizione di centro-sinistra e quella di centro-destra hanno dato ufficialmente il la alla loro campagna elettorale. Direzione elezioni ammnistrative. E se uguale è la meta da raggiungere , per la quale in campo ci sono anche altre forze – Movimento Cinque Stelle, Reset!, Nuova Alleanza e Cambiamo Messina dal basso di Accorinti – assai diverso è stato l’approccio dei due schieramenti al percorso che li porterà al fatidico appuntamento del 9 e10 giugno. La prima differenza evidente sta nelle locations prescelte dai due schieramenti per tagliare il nastro di questa campagna elettorale. Il centro-sinistra ha scelto la cittadella fieristica pensando di abbracciare virtualmente Messina ed i messinesi, che però non hanno risposto numerosi, così come non troppo numerosi erano i candidati in lizza al Consiglio comunale e ai Consigli di circoscrizione. Il centro-destra ha scelto invece una sala chiusa e non troppo grande, quella dell’Auditorium Monsignor Fasola, dalla quale ha ricevuto l’abbraccio caloroso del popolo… delle libertà e dei suoi alleati.
Altra differenza non da poco sta nell’immagine delle due coalizioni che rimbalza all’esterno. Da un lato c’è il centro sinistra e c’è il candidato sindaco Felice Calabrò, appoggiato da quella che all’apparenza sembra una vera e propria coalizione “di ferro”, inespugnabile, composta da Pd, con la “ramificazione” dei Progressisti riformisti e delle liste a supporto della candidatura di Calabrò; dall’ Udc; dai Democratici riformisti, da “Il Megafono” di Crocetta ( la cui lista è stata esclusa ma potrebbe essere riammessa, se ne saprà di più lunedì sera).
Dall’altro lato c’è il centro-destra, che attorno al nome di Vincenzo Garofalo si è ricompattato, mettendo sotto lo stesso tetto… elettorale Pdl, Grande Sud, La Destra, Fratelli d’Italia, Autonomisti per Messina, ed è riuscito ad arginare le ambizioni personali di Pippo Isgrò, ex assessore nella giunta Buzzanca, per mesi candidato indipendente ritiratosi a pochi giorni dalla presentazione delle liste, e di Fabio Mazzeo, da molti indicato come l’uomo giusto al momento giusto, che ha ceduto al “fascino” politico di Garofalo, al quale ha riconosciuto pubblicamente qualità e competenze di amministratore superiori alle sue.
Stando ai numeri, il centro-sinistra “batte” il centro-destra otto a cinque, che sono le liste a supporto dell’uno e dell’altro candidato. Stando ai nomi in elenco e al peso politico di ciascuna lista, il vantaggio del centro-sinistra è – almeno sulla carta- confermato . Eppure il gap teorico esistente tra le due coalizioni viene colmato dalla diversa immagine “esterna” di centro-destra e centro-sinistra, frutto di differenti rapporti interni tra le forze alleate . La coalizione capeggiata da Garofalo ha ritrovato non solo unità ma anche entusiasmo intorno ad un progetto che coinvolge e fa sentire tutti protagonisti. Saranno solo frasi di circostanza e magari gli accordi sono già stati siglati, ma ogni singolo rappresentate di ciascuna lista a supporto del deputato nazionale, persino chi ambiva alla poltrona più prestigiosa di Palazzo Zanca, in occasione dell’incontro all’Auditorium ha voluto sottolineare che non ci saranno ricompense, e cioè poltrone, per l’appoggio a Garofalo. Che è incondizionato, anzi condizionato solo al bene della città.
Tutt’altra atmosfera si registra sull’altro fronte, dove non solo sono emerse e continuano ad emergere divisioni interne – con i renziani che presentano candidature indipendenti ai quartieri e gli esponenti de “La Farafalla” che pungolano e contestano l’operato di Calabrò – ma c’è anche una certa “freddezza” da parte degli altri partiti che compongono la coalizione, quasi mancasse quel senso di appartenenza tra le varie forze che il centro-destra rivendica, invece, con forza ed orgoglio. Orgoglio di valori comuni e condivisi. In queste prime battute della campagna elettorale del centro-sinistra è stata, inoltre, pressoché inesistente qualsiasi forma di “sponsorizzazione” da parte dei grandi leaders dei partiti alleati per la candidatura dell’ancora consigliere comunale. Dal presidente della Regione Rosario Crocetta , al neoministro Giampiero D’Alia, sino a scendere ai deputati regionali Giuseppe Picciolo e Marcello Greco, tutti ufficialmente sostenitori di Calabrò , non è stata spesa pubblicamente neanche una parola di stima e convinto appoggio. Anche in Fiera, Calabrò è sembrato un uomo solo, affiancato soltanto dal deputato nazionale e leader locale del Pd Francantonio Genovese. Figura peraltro “ingombrante” per quanti pensano che col passato e le passate amministrazioni comunali bisogna chiudere per sempre. Ed anche su questo punto, il centro-destra o meglio l’immagine del centro-destra sembra beneficiare dell’assenza al proprio interno di un’altra figura ingombrante, quella dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, che è andato via dicendo di avere realizzato il 99% del suo programma, ma ha consegnato ai messinesi un comune ed una città ad un passo dal dissesto. Forse qualcuno, però, dimentica che Buzzanca, allora, era espressione diretta del Popolo delle Libertà, essendone il coordinatore provinciale. Accanto a lui c’era Vincenzo Garofalo, in qualità di coordinatore cittadino. Lo stesso che adesso sogna una «città normale».
Nel centro-destra come nel centro- sinistra, immagine e sostanza non sempre coincidono. (Danila La Torre)