Dopo quasi due anni di pandemia la psiche di tutti noi risulta profondamente provata. Sono aumentati di molto i disturbi mentali, gravi e più o meno gravi. L’Arte, nello specifico, rappresenta molto spesso una via vantaggiosa per meglio interpretare e combattere i disturbi mentali.
Sono stati questi i temi dibattuti all’interno del convegno organizzato da Angelo Azzurro Onlus, dal titolo “Immagini dalla pandemia. Archetipi, traumi e visioni”, che si è svolto a Messina domenica 12 settembre presso il Palazzo della Cultura.
Il convegno è stato parte di una manifestazione più ampia, “Circuiti Sincronici”, caratterizzata anche da una mostra fotografica bipersonale di Giovanni Calemma e Luca Centola, due artisti di fama nazionale e internazionale, che dal 3 al 16 settembre hanno esposto le loro opere all’interno della Chiesa di Santa Maria Alemanna di Messina. Il ricavato delle vendite delle opere è stato devoluto a favore di un progetto di Responsabilità sociale della città di Messina, in memoria di Giovan Battista Calapai, per sostenere i giovani con disabilità fisica e psichica.
Attraverso il progetto A-Head, dedicato a varie forme di espressione artistica (pittura, scultura, fotografia, arte contemporanea), Angelo Azzurro Onlus trasforma l’Arte e la cultura in un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di progetti riabilitativi della Onlus romana, legati alla creatività intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative. L’Arte rappresenta un mezzo privilegiato per meglio interpretare le complesse strutture della mente, sviluppando un percorso ermeneutico e conoscitivo dei disturbi mentali. Oltre a Giovanni Calemma e Luca Centola hanno aderito al progetto A-Head altri artisti come Tiziano Bellomi, Barbara Salvucci, Gianfranco Grosso, Luca Guatelli.
“L’Arte ci ha aiutato a parlare di disturbi mentali in un modo diverso e ci ha permesso di raggiungere più persone di diversa cultura ed estrazione sociale”, spiega la psichiatra Stefania Calapai, presidente di Angelo Azzurro Onlus e direttrice del progetto A-Head, intervenuta al convegno. Convegni, campagne di informazione, mostre d’Arte a sostegno del progetto A-Head hanno dato e continuano a dare risultati molto soddisfacenti. “Solo attraverso la conoscenza, la cultura, si può combattere la stigmatizzazione in ogni forma”, sottolinea Calapai. “Il nostro è un progetto in crescita e speriamo di avere sempre più interesse sia da parte del mondo dell’Arte sia dalla gente comune”.
“Dopo ormai cinque anni di lavoro sinergico e di stima reciproca la comunione d’intenti è rimasta immutata”, afferma il dottore Piero Gagliardi, orgoglioso di essere il curatore dell’intero progetto A-Head il cui obiettivo fondamentale è “promuovere l’Arte contemporanea e combattere lo Stigma dei disturbi mentali”.