La guerra del Teatro Vittorio Emanuele è silenziosa e sotterranea e si sta combattendo con l’arma più vecchia del mondo: l’immobilismo. L’arma vincente è proprio il tempo che passa nel silenzio, senza cambiare nulla, in modo che poi, quando tutti sono distratti, viene sferrato il colpo decisivo. Il fatto che il Vittorio Emanuele agonizzi, che non c’è ombra di direttori artistici e musicali, di una stagione di prosa, di una programmazione né a breve né a lunga scadenza, sembra essere passato in secondo piano.
Martedì 26 novembre scade il mandato per il commissario del Cda Rosario Cultrone, e si profila o una proroga per altri tre mesi o un nuovo commissario dal momento che non c’è traccia delle designazioni del Cda di competenza del sindaco Accorinti e del commissario della Provincia Filippo Romano. Nonostante gli annunci, “Faremo prestissimo” , aveva detto il sindaco, da quel 23 agosto, quando a Palazzo Zanca arrivarono 81 curricula per i 3 posti, sono trascorsi tre mesi e l’argomento è finito nell’oblio. Non si tratta di semplici tasselli da coprire, perché spetta al Cda, insieme al Presidente, scegliere i direttori artistici e musicali e provvedere a “rendere viva” la stagione del Teatro. Sarebbe preferibile quindi che siano messinesi impegnati e appassionati a prendere decisioni rilevanti per il Teatro piuttosto che un dirigente nominato periodicamente dalla Regione, per quanto bravissimo e illuminato possa essere. Le designazioni del Cda però sono finite da ben tre mesi nel congelatore, coinvolte in una guerra sia sui tagli nei Consigli d’amministrazione dell’isola che in un’altra, ben più velenosa, sulle nomine e che non riguarda solo il Vittorio Emanuele ma altre realtà della Sicilia. Nel calderone delle nomine ci sono quelle dei direttori artistici e musicali, ed un valzer di poltrone nel quale, inevitabilmente è finito anche il Vittorio Emanuele e in questo quadro, mantenere congelato il Cda e quindi saldamente in mano a un commissario di Crocetta, giova eccome. Non si capisce però perché continuare a fare il gioco di Crocetta e non procedere con le designazioni, almeno due su tre. Quanto allo scontro sui nomi, per restare in riva allo Stretto la voce più insistente per la direzione artistica riguarda il nome di Ninni Bruschetta. Sul nome del noto attore, regista e sceneggiatore messinese si sono registrate le perplessità dei sindacati, dal momento che ha fondato nell’83 l’associazione Nutrimenti Terrestri, insieme all’attuale Presidente del Vittorio Emanuele Maurizio Puglisi che ha poi prodotto diversi spettacoli di Bruschetta stesso. Più determinanti sul suo nome sono però i veti di altra provenienza, strettamente politica. In questa vera e propria guerra dei nomi l’immobilismo del Teatro conviene, così come il fatto che a gestirlo sia un commissario. Nel frattempo a Palermo pensano sia quindi un “bene” che il Cda resti congelato e che le decisioni siano prese da altri. Il Presidente Puglisi è finito finora nel mirino delle polemiche perché poco decisionista e ieri ad assestare un colpo è stata la Cisl” E’ grave il ritardo con cui non si sta ancora provvedendo a realizzare i cartelloni. La mancata nomina dei direttori artistici non può essere una scusante e quindi chiediamo al Presidente dell’Ente di provvedere immediatamente. Purtroppo prendiamo atto che in un momento in cui non c’è tempo da perdere il Presidente non è adatto al ruolo istituzionale che gli è stato assegnato dal sindaco”.
Sul Teatro sono intervenuti anche i consiglieri comunali delle liste Pd chiedendo la convocazione urgente dell’Aula alla presenza della giunta, della deputazione regionale e dei vertici dell’Ente in vista dell’approvazione nelle prossime settimane del Fores (Fondo regionale dello spettacolo) e del Fogest (Fondo di gestione e salvaguardia dei Teatri).
E mentre oggi i sindacati sono a Palermo per incontrare l’assessore Stancheris, la guerra dell’immobilismo continua. Accorinti dovrebbe invece dare seguito alle dichiarazioni rese ad agosto, e procedere con le nomine del Cda, anche parziali, per evitare che questa guerra prosegua sulla testa dei lavoratori e dei messinesi.
A margine, a proposito di cultura, c’è un interrogativo: il 19 ottobre l’assessore alla cultura Sergio Todesco si è dimesso. Un mese dopo è calato il silenzio anche sul nuovo assessore, indispensabile non solo per il settore, la cultura, vitale per Messina, ma anche alla luce di una giunta con 8 assessori. Si sono fatti i nomi di Giusy Furnari (che il presidente Crocetta voleva come candidata sindaco) e di Aura Notarianni. Nel frattempo il sindaco ha avocato a sé la delega. Eppure proprio Accorinti a proposito della Notte della cultura ebbe a dire: “Non solo una notte, Messina deve avere un anno intero dedicato alla cultura”. I giorni passano e non si è saputo più nulla al punto che oggi in sede di Commissione, l’argomento è stato sollecitato da Giuseppe Santalco: “Alla vigilia di dicembre non abbiamo idea di quale sia il programma per la cultura di fine anno. Nulla si sa sui tempi per il nuovo assessore, nonostante le dichiarazioni del sindaco. Accorinti non è Nembo kid, non può fare tutto da solo e farlo pure bene”.
La Commissione consiliare ha accolto la proposta di Santalco ed ha predisposto una lettera da inviare al sindaco.
Rosaria Brancato