L’Amministrazione comunale di Furnari spazza il campo dai dubbi e interviene in maniera decisa sul problema della discarica di Mazzarra’ Sant’Andrea. «Ormai da quasi un decennio – si legge in un comunicato -, tale impianto costituisce per Furnari e per l’intero hinterland, per gli effetti devastanti che ne hanno caratterizzato la sua evoluzione, una vera calamità. Detta discarica e’ quotidianamente presente, con i suoi effetti nauseabondi nelle case e nelle famiglie furnaresi, invadendo ed ammorbandone l’aria con il suo lezzo nauseabondo, in tutte le ore del giorno e senza soluzione di continuita’. Ancora, la scelta scellerata di realizzarla in un sito alluvionale, distante appena 200 metri dal centro urbano di Furnari e circa un chilometro dalla foce del torrente che si riversa nel mare, su un alveo imbrifero nel quale insistono i pozzi di approvvigionamento idrico del Comune di Furnari, rischia di avere effetti devastanti sull’intero ecosistema e sulla salute dei cittadini furnaresi».
Dal punto di vista sociale e negli ambienti istituzionali e giudiziari, la discarica di Mazzara’ Sant’Andrea è inoltre diventata nota per le sue connessioni e per i suoi collegamenti con gli interessi criminali operanti sul territorio, così come hanno ribadito in sede di audizione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti il prefetto e il procuratore della Repubblica di Messina il 6 ottobre 2010. «Del resto – continua il sindaco Mario Foti -, i nefasti interessi che ruotano intorno a questo impianto sono tristemente noti per avere interferito negativamente sulle elezioni amministrative del Comune di Furnari del maggio 2007. Malgrado tutti questi elementi critici ed allarmanti, detto impianto e’ sempre sopravvissuto a tutte le vicende processuali ed istituzionali che lo hanno sfiorato senza fermarlo, riuscendo ad imporre la posizione monopolista di unico invaso che riceve i rifiuti dell’ intera provincia di Messina, di altre province e, in qualche caso e con sospette modalità, anche quelli di altre regioni, quali la Campania».
Ma veniamo all’oggi. L’attuale amministrazione comunale, appena insediatasi, ha avuto conoscenza da un legale incaricato dalla precedente amministrazione (che rinunziava all’incarico) che un procedimento penale pendente tra l’altro nei confronti di soggetti che costituivano e costituiscono i vertici della societa’ che gestisce detta discarica, stava per essere archiviato a seguito di richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pg. L’attuale amministrazione comunale allora dava incarico all’avvocato Antonino Belardo, proprio legale di fiducia, che ha proposto lo scorso 10 dicembre una articolata e motivata opposizione alla richiesta archiviazione. Agli atti d’indagine vi e’ inoltre una relazione del Noe dei Carabinieri di Catania, il quale accerta il conferimento in discarica di rifiuti “tal quale” non opportunamente vagliati in violazione della normativa vigente (art. 256 del Codice dell’Ambiente), fino all’ottobre- novembre 2009. Tale fatti sono stati accertati sia con documentazione fotografica che con interessanti escussione di testi che hanno responsabilita’ gestionali. Proprio lo stesso Noe, sulla scorta di detti oggettivi riscontri, ravvisando nella fattispecie una “attivita’ di rifiuti non autorizzata” ha richiesto il sequestro preventivo dell’impianto, sequestro che, a distanza di oltre due anni, non solo non e’ stato disposto ma, addirittura, sembra essere ignorato con l’opposta di archiviazione.
L’udienza di comparizione davanti al Gip del Tribunale di Barcellona Pg è fissata per il 27 febbraio. «Proprio per i delicati risvolti che la vicenda processuale impone, l’Amministrazione comunale di Furnari intende richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media su questa udienza che potrebbe portare ad una importante decisione sulla discarica – conclude Foti -. Riguarda l’intera vicenda tuteleremo gli interessi del Comune di Furnari, inteso non soltanto come luogo geografico ma anche come patrimonio civile, storico, sociale, economico di un antica comunità, nonche’ il diritto alla salute, alla salubrità’ dell’ambiente e alla qualità’ della vita dei suoi cittadini».