Il tempo passa, la situazione non cambia, l’esasperazione aumenta. Da molti mesi, ormai, la Via Salita Contino, strada aperta al pubblico transito, che attraversa l’intero complesso residenziale “Messina 2”, si trova completamente al buio a causa del furto dei cavi elettrici facenti parte dell’impianto di illuminazione.
L’oscurità serale in una strada nella quale passano centinaia di veicoli produce una costante situazione di pericolo ed un grave problema di ordine pubblico per l’intera comunità che conta circa 2000 abitanti. Il rischio incidenti stradali è molto elevato sia per la totale assenza di illuminazione sia per le condizioni di alcuni tratti dell’arteria, in corrispondenza delle caditoie dell’acqua piovana letteralmente “affossate” rispetto al livello della superficie stradale. Ed inoltre, si registra una pericolosa escalation dei casi di furto in appartamento ed entro le cantine site al pianterreno delle varie palazzine.
La situazione di complessivo degrado è figlia dell’ormai risalente inghippo urbanistico della “Lottizzazione Montesanto”, procedimento amministrativo dal quale ha avuto origine la realizzazione stessa di “Messina Due”, ma che non si è mai chiuso in quanto non è stato compiuto il passaggio della titolarità delle opere di urbanizzazione dalla ditta lottizzante, la “Immobiliare Montesanto”, in capo al Comune di Messina.
È da tempo che si occupa della vicenda il consigliere del Partito Democratico alla Terza Circoscrizione, Santi Interdonato, il quale da ultimo ha operato per far sedere allo stesso tavolo l’Amministrazione Comunale nella persona dell’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola ed il titolare della Ditta lottizzante, l’ingegnere Sebastiano D’Andrea.
L’obiettivo conclamato è quello di giungere alla cessione delle opere in capo al Comune anche attraverso una transazione, come pubblicamente dichiarato dall’assessore all’urbanistica.
Per fare ciò pare che l’ingegnere Sebastiano D’Andrea abbia assunto l’impegno non solo di presentare un’apposita perizia di variante al progetto iniziale, consistente di fatto in una sorta di “fotografia” dell’attuale situazione urbanistica del territorio lottizzato, ma anche di adempiere a quanto rilevato dal Dipartimento Urbanistica con nota prot. n. 263468 dell’8 novembre 2013 cui è stata allegata una relazione dell’allora Dipartimento Urbanizzazioni Primarie e Secondarie.
Nella relazione, sottoscritta dal dirigente ingegnere Antonio Amato, si rilevavano le notevoli criticità riscontrate in termini di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle opere di urbanizzazione ricadenti nella lottizzazione e, nel contempo, veniva sottolineato come qualsiasi proposta di cessione delle stesse al Comune non possa prescindere dalla previsione di un vero e proprio intervento di manutenzione straordinaria “… con particolare riferimento alla pulizia delle caditoie, alla messa a norma dell’impianto di pubblica illuminazione, al rifacimento del tappetino di usura della viabilità e dei parcheggi ed alla recinzione delle aree di verde attrezzato”.
Dal tenore della nota – secondo Interdonato – “si comprende che se la Ditta non interviene fattivamente per rendere adeguate le opere di urbanizzazione, ormai logore non più a norma, dopo circa venticinque anni di mancata manutenzione, sarà impossibile trovare un dirigente e/o funzionario comunale disposto a sottoscrivere alcun atto di acquisizione. E ciò, per la semplice ragione che potrebbero profilarsi i presupposti di un danno erariale”.
Il consigliere racconta anche di “un incontro tra De Cola e D’Andrea nel quale in via informale si sarebbe trovato un barlume di intesa. Ad oggi, però – prosegue Interdonato – , non si registra alcun intervento concreto e poiché non esiste lo straccio di un verbale o altro impegno scritto tra le parti, vi è il rischio che si stia soltanto perdendo del tempo prezioso”.
È quanto teme anche un altro consigliere della Terza Circoscrizione, Giuseppe Basile del gruppo “Cambiamo Messina dal Basso”. I due esponenti circoscrizionali ritengono che l’Amministrazione comunale stia tenendo un atteggiamento troppo morbido ed accondiscendente con la Ditta: “L’assessore De Cola dovrebbe incalzare l’ingegnere Sebastiano D’Andrea e fare sentire allo stesso il peso delle proprie inconfutabili responsabilità nei confronti del Comune. L’efficacia della trattativa tra le parti non può essere legata a semplici impegni presi a parole delle quali ad oggi non vi è traccia in forma scritta. Ciò in particolare quando tra i protagonisti vi è chi per anni ha fatto il proprio comodo lucrando indebitamente a svantaggio dello stesso Comune e a danno dei cittadini residenti. Il Comune non può permettersi un modo di agire leggero rispetto a situazioni come questa. Se la Ditta intende collaborare realmente e si può arrivare ad una soluzione transattiva bene, altrimenti se quelle dell’ingegnere Sebastiano D’Andrea sono strategie meramente dilatorie, il Comune cambi rotta e cerchi di adottare misure diverse e forse più convincenti. Per esempio, cominciando ad accertare se la Ditta è in regola con il pagamento delle imposte comunali sulle aree della lottizzazione”.
Da ultimo, secondo i due consiglieri circoscrizionali, non si può escludere di ricorrere all’Autorità Giudiziaria, attraverso un esposto al fine di accertare se sussistano delle responsabilità di natura penale sia in capo al titolare della “Immobilare Montesanto”, sia in capo a chi tra i dirigenti comunali competenti in passato non ha operato secondo i principi di buona amministrazione, omettendo sui dovuti controlli.