La scorsa settimana la diffida da parte della Commissione Patrimonio per inchiodare l’amministrazione comunale alle proprie responsabilità. Adesso una durissima nota della presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile (nella foto)che invoca una soluzione e chiede Al Sindaco, al Segretario generale, agli assessori competenti e ai dirigenti di agire con urgenza perché non è possibile continuare a perdere tempo. E se entro sette giorni non accadrà nulla la presidente è pronta a inviare tutte le carte in Procura e alla Corte dei Conti.
L’intricato caso del suolo pubblico e degli impianti pubblicitari non fa dormire sonni tranquilli ai consiglieri di Palazzo Zanca che da più fronti hanno provato a incalzare l’amministrazione per uscire da un’impasse che costa al Comune oltre un milione di euro annui di mancati incassi. Prima il Tar di Catania e poi il Cga hanno infatti dichiarato illegittima la parte di regolamento Cosap che definisce criteri e tariffe per la concessione di suolo pubblico destinato all’impiantistica pubblicitaria. Il risultato è che da oltre due anni nel settore degli impianti nessuno paga più la concessione perché il Comune non può richiedere alcun canone.
A Palazzo Zanca il problema è noto a tutti e non sono mancate le sollecitazioni del Dirigente del Dipartimento Patrimonio che ha più volte lanciato l’allarme sui mancati incassi e sui ritardi che si continuano ad accumulare, anche la Corte dei Conti nell’ultima pesantissima relazione sul bilancio consuntivo 2013 evidenza «la scarsa capacità di riscossione per la Tarsu e l’assenza di proventi per quanto concerne Cosap/Tosap e altri tributi». Anche la presidente Barrile e numerosi consiglieri hanno provato a svegliare l’amministrazione, ad oggi però continua a rimanere tutto fermo.
Emilia Barrile ha così messo nero su bianco una dura nota indirizzata al Sindaco, all’assessore al Patrimonio Pino, al segretario Le Donne, al Ragioniere generale Cama, al Dirigente al Patrimonio Castronovo, ai Revisori dei Conti, affinché ognuno si assuma la propria responsabilità per sboccare una situazione che sta già fortemente penalizzando le casse di Palazzo Zanca. La numero uno del civico consesso ricorda prima di tutto la sua delibera presentata ormai un anno fa e che puntava proprio a modificare quelle parti del regolamento Cosap che il Tar aveva già dichiarato illegittime. Una delibera che la Barrile aveva deciso di presentare per colmare il vuoto regolamentare che si è instaurato nel settore dell'impiantistica pubblicitaria dopo la sentenza del Tar (poi confermata dal Cga), sopperendo all’inerzia dell’azione amministrativa. Una delibera che da un anno giace tra i meandri di Palazzo Zanca e che ad oggi non ha ancora avuto tutti i pareri, nonostante l’importanza e la delicatezza della questione.
C’è poi anche un paradosso ed è la stessa presidente a ricordarlo: «Anche l'AAPI (Associazione Aziende Pubblicitarie Italiane), dapprima in modo informale e successivamente, a seguito del pronunciamento della giustizia amministrativa del settembre 2014, ha richiesto un incontro con l'Amministrazione Comunale per conoscere le decisioni del Comune sulla materia dell'impiantistica pubblicitaria e permettere agli operatori del settore il pagamento dei canoni dovuti». Ne scaturì un tavolo tecnico durante il quale l’amministrazione, senza chiamare in causa la Barrile, fece sua quella proposta, ricevendo anche il consenso dei rappresentanti dell’associazione e accogliendo anche alcune richieste che erano giunte dall’AAPI. Ma anche in questo caso, nonostante sia trascorso un anno, non è successo nulla.
Nella nota si evidenzia poi il lungo e travagliato iter di questa ormai famosa delibera che sembra essere destinata a non dover approdare mai in Consiglio comunale. Nelle scorse settimane qualcuno in aula aveva anche provato a prelevarla per portarla in discussione, come la consigliera Daniela Faranda, la commissione Patrimonio ha anche provato a capire se questo atto può essere davvero la soluzione, dovendo però scontrarsi con un parere non chiarissimo da parte del Ragioniere generale e con il fatto che manca ancora quello dei Revisori dei Conti. Anzi, per essere precisi, Cama aveva prima apposto parere negativo, la presidente in persona lo ha avvisato delle sentenze di Tar e Cga, così il 20 marzo scorso è arrivato un nuovo parere, ma condizionato. In pratica il Ragioniere generale dà il via libera per la parte in cui si modificano i criteri per definire le tariffe, ma continua a dire no su altri punti, poiché potrebbe inficiare il bilancio. Secondo la Barrile questo nuovo parere condizionato potrebbe creare problemi in aula e culminare in un voto non favorevole, senza dimenticare anche il fatto che potrebbe anche determinare un notevole aumento dei canoni, con il rischio di ripiombare nella stessa situazione che ha portato ai numerosi ricorsi delle associazioni di categoria.
Da qui la richiesta indirizzata all’assessore Guido Signorino di promuovere una riunione con i dirigenti, un confronto diretto per chiarire, una volta per tutte, i tanti problemi sorti nel procedimento istruttorio di questa delibera e definire le soluzioni per salvaguardare il Comune da quello che si configura sempre più come un danno erariale. «L’espressione tardiva dei pareri e la mancata sinergia dell’attività amministrativa tra gli stessi dirigenti si ripercuote su atti che per l’Ente sono fondamentali nel percorso di risanamento economico e salvguardia erariale, determinando una “inefficienza” che non è del Consiglio comunale ma della parte burocratica/amministrativa del Comune».
Una pesante stroncatura per l’amministrazione Accorinti e per il modo in cui sta coordinando la macchina comunale, dunque a finire nel mirino è in primis il Direttore generale Le Donne. «E’ assolutamente necessario che l’amministrazione agisca sulla struttura organizzativa dell’Ente, mirando al coordinamento dei vari dirigenti e degli uffici, così da assicurare un’azione amministrativa efficace, efficiente, economica, trasparente» scrive la Barrile che prende proprio l’iter della sua delibera come esempio lampante di una situazione che rischia di ingolfare il Comune ogni giorno di più. «Un atto così importante per le casse comunali incontra ostacoli e accumula ritardi nel suo percorso, causando nel tempo mancati introiti sicuramente certi ed esigibili dato che, situazione quanto mai assurda, le Associazioni del settore pubblicitario hanno sollecitato l’approvazione di un documento che permettesse loro di pagare i canoni dovuti e mettersi in regola».
Invece ad oggi non ci sono disposizioni o atti preparati dall’amministrazioni e l’unico documento che può disciplinare il settore e colmare il vuoto amministrativo è proprio la delibera targata Barrile. Per questo con la nota si chiede al Sindaco e agli assessori di farsi parte attiva affinché si adottino al più presto le azioni più opportune per arrivare ad una soluzione, magari iniziando dal chiudere l’iter sulla sua delibera in modo che possa approdare in Consiglio comunale.
La presidente però non ha intenzione di sprecare altro tempo: «Si avverte che ogni ulteriore ritardo nel completamento dell’iter procedimentale della delibera esonera l’organo da conseguenti responsabilità erariali/amministrative» scrive la numero uno dell’aula che in questo modo mette le cose in chiaro e concede una settimana di tempo agli amministratori di Palazzo Zanca. Scaduto questo termine metterà tutto nelle mani di Procura e Corte dei Conti.
Francesca Stornante