“Human Structures”, mostra personale del fotografo cinese Deng Guohong e allestita nel Transatlantico di Palazzo Zanca, è stata inaugurata alla presenza degli Assessori alla Cultura Enzo Caruso ed alle Attività Promozionali Dafne Musolino, insieme all’esperto del Sindaco per l’Arte Contemporanea Alex Caminiti, e Laura Scaringella curatore dell’evento.
La mostra sarà aperta al pubblico sino al 3 maggio, da lunedì a venerdì, dalle ore 8.30 alle 13.15, e martedì e giovedì anche dalle 14.30 alle 16.45.
“Questa mostra – ha evidenziato l’Assessore Musolino – è un’esposizione ambientata nei luoghi di lavoro, nei grandi insediamenti industriali di post produzione, fonderie di acciaio collocate nelle lande isolate della Cina settentrionale. Dalle foto si evince l’enorme sproporzione tra gli ambienti e l’uomo. L’intenzione dell’artista è di dare un volto a questi uomini, ma secondo la visione di noi occidentali si riscontra anche una forma di denuncia nei confronti di un lavoro oneroso e senza alcun dispositivo di sicurezza individuale, si colgono quindi tutti quegli elementi che della potenza cinese costituiscono la grandezza ma che per noi occidentali rappresentano anche le criticità senza rispetto dei diritti individuali. Si tratta quindi di una mostra molto significativa e direi verista in quanto, nel rappresentare la realtà, lascia la libertà allo spettatore di interpretarla secondo la propria visione”.
“Luoghi di lavoro – ha proseguito l’Assessore Caruso – esposti in un luogo di lavoro e di rappresentanza, il Comune di Messina, che rende possibile a coloro che lavorano a Palazzo Zanca di visionare opere d’arte, dando l’occasione di aprirsi al territorio e offrire nuovi spazi per la cultura e l’arte”.
“La mostra – ha concluso Alex Caminiti – rappresenta la realtà vera della Cina lavoratrice. Le foto ritraggono gli operai che lavorano in alcune fabbriche di carbone circondate dalla desertificazione, quindi lontani dalle famiglie e dagli affetti, impegnati 24 ore su 24”.
La ricerca artistica fotografica di Deng Guohong dirige il suo obiettivo evidenziando alcuni temi specifici come la complessità del mondo industriale che sotto lo sguardo attento del fotografo ci si presenta in una forma totalmente diversa da una concezione materialista che sempre abbiamo verso questo aspetto della nostra società. Queste strutture non solo iniettano un contrappunto di forme materiali così materialmente inanimate, ma anche la dialettica essenziale di queste con l’universo umano, un profondo dialogo tra strutture che sono state progettate per una funzione materiale e la presenza fondamentale degli operai che diventano, di fronte all’obiettivo, i protagonisti di un palcoscenico teatrale.
Attori, la cui presenza contribuisce a dare un’anima a tutta la struttura architettonica. Dove la scena sembra tranquilla, mentre al contrario, tutto è costantemente in movimento. I raggi di luce illuminano gli elementi essenziali delle strutture, creando un gioco geometrico che delinea lo spazio e ne definisce i limiti. I lavoratori si trasformano in supereroi o alieni, ma allo stesso tempo il senso del movimento li avvicina all’essere elementi di un meccanismo complesso e ad un universo che l’immagine rende armonico.
L’uso del bianco e nero, che investe gli spettatori, evoca la sensazione di una pausa del tempo, di un fermo immagine, che ci porta alla trascendenza. Al contrario nelle foto a colori, il contesto industriale e le componenti visive dello scenario industriale danno un ritmo diverso, quasi dinamico, alla scena, mettendo in risalto l’armonia degli elementi. Ancora una volta è la luce a giocare un ruolo essenziale. Concentrandosi sulle strutture architettoniche le fotografie di Deng Guohong confermano una visione interna dell’artista che indaga nello spazio con una profondità puntinista e dove quindi è presente con un sé percepito.
Un mondo, in breve, fatto di una presenza fisica dominante talvolta onnicomprensiva che l’artista trasforma in un’immagine “metafisica” che supera il tempo. O meglio, lo sostiene; è il silenzio quello che occupa l’intero spazio sonoro. Deng Guohong ci fa riflettere sul complesso equilibrio visivo tra vuoto, solidità, forma, colore, materia e cultura. Un confronto che ognuna di queste dimensioni rivela per trasportarci, al di là di esse, in un ambiente ineffabile, etereo quanto travolgente.