Politica

Incendi. “A San Michele-Portella un progetto pilota per la pulizia dei terreni”

MESSINA – “Tenere i terreni curati, per evitare il propagarsi delle fiamme a seguito di un incendio, è una priorità. L’ordinanza emanata nel mese di maggio parla chiaro: si tratta di un obbligo a carico dei proprietari. Abbiamo avviato un progetto pilota per sensibilizzarli: partiamo dalla strada da San Michele a Portella. S’inizia con un censimento di tutti i proprietari terrieri, lì i terreni al novantanove per cento sono privati, e con un’azione della polizia municipale per obbligarli a rispettare l’ordinanza. Si tratta di un modello che dobbiamo esportare ad altre zone ma l’ordinanza è già un ordine perentorio”. L’assessore Massimiliano Minutoli ha la delega alla Protezione civile. Una delle tante a lui affidate. Ed è stato impegnato sul fronte degli incendi. Per quanto riguarda il censimento dei terreni bruciati e l’aggiornamento annuale del catasto delle aree colpite dal fuoco, il Comune di Messina non è tra gli inadempienti, e l’assessore parla dei prossimi passi per rafforzare la prevenzione.

Spiega Minutoli: “I proprietari verranno contattati dalla polizia municipale affinché rispettino l’obbligo di pulizia dei terreni. In un tratto di strada dove la vegetazione cresce a dismisura, e riesce a occupare anche un quarto della sede stradale, nascono pure pericoli per il transito di bus e mezzi pesanti. Nell’ordinanza, si fa riferimento al reato previsto dall’articolo 650 del codice penale (arresto fino a tre mesi o ammenda fino a 206 euro, n.d.r.). C’è chi l’ha rispettata e chi no. Alcuni proprietari vivono all’estero e spesso nessuno si occupa dei terreni. Ma è una necessità incalzarli”.

“Una mappa dei terreni attraversati dal fuoco”

Continua l’assessore: “Conserviamo una banca dati dei terreni attraversati dal fuoco. C’è una mappatura che viene aggiornata annualmente sulle base delle indicazioni che riceviamo dalla Forestale e dai vigili del fuoco. Come Comune, non abbiamo arretrati e monitoriamo le aree bruciate. Cerchiamo di far rispettare la normativa: prima di tutto non occupare le aree per costruzioni, per pascoli e per gli altri scopi possibili. Devono rifiorire in modo naturale, prima d’essere di nuovo impiegati dopo i cinque anni dall’incendio. Noi dobbiamo tutelare quelli che puliscono e mantengono in sicurezza i loro terreni e che poi si ritrovano a essere vittime dei roghi provenienti dai terreni attigui non curati”.

Aggiunge Minutoli: “Nell’ultimo episodio, di una portata straordinaria, con sei focolai a Messina rispetto all’incendio del 2017, i lapilli, grazie al vento, sono riusciti a incendiare anche a distanza di venti o trenta metri dal confine perché trovavano terreno infiammabile. Se i terreni fossero stati puliti, questo non sarebbe successo. Vista, però, la mole di fiamme che si è sprigionata, anche i terreni puliti, in alcuni punti, sono stati bruciati perché gli alberi sono stati incendiati dai lapilli trasportati dal vento. Ma la pulizia dei terreni è una priorità, ripeto, per salvaguardare cose e vite umane”.