LIBRIZZI – 17 settembre: incendio a Librizzi. Va a fuoco un’area boschiva, a poca distanza da abitazioni con una decina di famiglie. Nei giorni scorsi l’arresto di un dipendente del Comune. A parlare ora, sulla sua pagina Facebook, è Marco Oreste Stefano che, con il fratello Tonino, ha deciso d’installare delle foto trappole, lì dove abita. Una scelta decisiva per permettere d’individuare chi ha appiccato il fuoco. Osserva Marco Stefano: “Speriamo che lo Stato e le istituzioni adottino il nostro metodo, che ha dimostrato di essere efficace, prevedendo risorse per l’installazione di sistemi di video sorveglianza. E che, al tempo stesso, vengano ulteriormente e sensibilmente inasprite le pene per questo tipo di reati”.
“Io e mio fratello Tonino Stefano (nelle foto in basso, n.d.r.) siamo volontari del Gruppo comunale di Protezione civile di Librizzi sin dalla sua fondazione nel 2008. Visti i numerosi tentativi di incendio che ogni anno affliggono il nostro territorio e dopo aver assistito all’ennesimo tentativo nel corso di questa estate, stanchi ed estenuati da questa situazione divenuta ormai intollerabile, abbiamo deciso di installare, a nostre spese, delle foto trappole a Sant’Opolo (frazione del Comune di Librizzi dove abitiamo).
Per noi questo è stato il mese più lungo dell’anno. Da quel 17 settembre 2023, giorno dell’incendio a Sant’Opolo, immortalato dai video e dalle foto delle fototrappole, abbiamo provato tantissime sensazioni: tanta amarezza per il vile gesto compiuto in una zona con fitta vegetazione e subito a ridosso del centro abitato. Soddisfazione dopo aver constatato che quelle foto trappole avevano immortalato pienamente l’autore. E, infine, il timore per le minacce ricevute nei giorni successivi all’incendio da parte dello stesso soggetto.
Non solo il deprecabile gesto, che poteva avere conseguenze ben peggiori come l’esperienza dimostra, ma siamo stati pure minacciati: ci sarebbe finita male se non avessimo rimosso le foto trappole e soprattutto non avremmo dovuto fare nulla (inteso come denuncia o segnalazione dell’accaduto).
Non è bello sentirsi minacciati, soprattutto se la minaccia proviene da chi nei giorni precedenti aveva messo a serio repentaglio la vita e l’incolumità nostra e dei nostri concittadini.
Non ci siamo fatti intimorire e a testa alta, con fermezza e determinazione, abbiamo fatto il nostro dovere rappresentando tutto alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria.
Vogliamo ringraziare di cuore la Procura della Repubblica di Patti, la magistratura tutta, la Compagnia carabinieri di Patti e i militari della Stazione Cc di Librizzi. Sin da subito ci avete fatto sentire la presenza dello Stato in questa battaglia contro gli incendi boschivi. Grazie per il prezioso lavoro investigativo svolto e per la vicinanza dimostrata.
Vogliamo ringraziare tutti gli amici e i conoscenti che non ci hanno fatto mancare il loro affetto e la loro stima.
I nostri pensieri, oggi, vanno a tutti i nostri colleghi del Gruppo comunale di Protezione civile di Librizzi e delle altre associazioni di volontariato, ai Vigili del fuoco, al Corpo forestale, ai privati cittadini e a quanti, a causa degli incendi di questi mesi e dei giorni scorsi, hanno subito danni gravi o perso, addirittura, i propri cari.
Unendo le forze abbiamo dimostrato che i piromani possono essere fermati. Uniti e insieme possiamo mettere fine alla piaga che sta devastando la nostra amata terra. Speriamo vivamente che lo Stato e le istituzioni adottino il nostro metodo che ha dimostrato di essere efficace, prevedendo risorse per l’installazione di sistemi di video sorveglianza. E che, al tempo stesso, vengano ulteriormente e sensibilmente inasprite le pene per questo tipo di reati”.
Marco Oreste Stefano