Cronaca

Incendio alla RAM, Codacons contro il Ministero “assente”

La società civile c’è anche a questo processo. Ha preso il via davanti al Tribunale di Barcellona  – giudice Alligo – il processo che vede alla sbarra nove tra dirigenti e funzionari della Raffineria di Milazzo, imputati per l’incendio scoppiato in un serbatoio dell’impianto il 27 settembre 2014. La prima udienza è servita a giudici per ascoltare le ragioni delle parti offese che hanno chiesto di figurare come parti civili al processo, e quindi essere ammessi ai risarcimenti, in caso di condanna. Il giudice su questo punto si è riservato la decisione, che comunicherà alla prossima udienza.

In fase di udienza preliminare erano state ammesse le associazioni ambientaliste, i comuni di Milazzo, San Pier Niceto, Monforte San Giorgio, Merì e Pace del Mela. Tra le parti civili c’è anche il Codacons, assistito dall’avvocato Carmelo Sardella. La sigla di consumatori, rappresentata dal segretario nazionale Francesco Tanasi, ha annunciato la citazione della Raffineria come responsabile civile.

Il Codacons – scrive il professor Tanasi in una nota –  stigmatizza duramente l’assenza delle parti offese, Ministero della Salute, Ministero dell’Ambiente e Regione Siciliana, che non si sono costituite come parti civili. Il  Codacons  annuncia, quindi, la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale e chiede al Presidente del Consiglio Conte di nominare un commissario ad acta per sostituire i due ministri colpevolmente inerti nel processo.”

Alla sbarra ci sono, con l’accusa di disastro colposo, l’attuale direttore Pietro Maugeri  e altri otto dipendenti della raffineria: Ignazio Arces, direttore tecnico, Antonio Buccarelli, responsabile del servizio di sicurezza, Vincenzo Gazzotti, responsabile di produzione, Natale Anastasi, responsabile reparto movimentazione, Andrea Antonio Venuto, capo reparto movimentazione, Alberto Scaglione, responsabile della manutenzione, Francesco Saitta, responsabile dell’unità Man2 del servizio di manutenzione, e Salvatore Carmelo Agnello, coordinatore area manutenzione reparto movimentazione.

L’incendio del serbatoio Tk-513 divampò a tarda sera del 27 settembre del 2014 e andò avanti fino alla metà della mattina successiva, disperdendo nell’ambiente  “virgin naphta  in misura non inferiore a 16mila tonnellate, sostanza altamente tossica per l’essere umano e pericolosa per l’ambiente”, come stabilito dai periti della Procura di Barcellona.