Contro l’ex assessore Ruggero Razza c’è in atto una vera e propria campagna d’odio, ma lui dimostrerà l’inconsistenza di tutte le accuse e l’errore di ricostruzione compiuto da magistrati incompetenti territorialmente. Parola dell’avvocato Enrico Trantino, difensore di Razza, che ribadisce: “L’assessorato non c’entra nulla con la trasmissione dei dati covid dalla Sicilia all’Istituto Superiore di Sanità” e annuncia la presentazione di un memoriale dell’ex assessore, che consegnerà ai magistrati palermitani.
L’avvocato Trantino spiega così la scelta di Razza di non rispondere all’interrogatorio di garanzia: “Lo farà a Palermo, dove il fascicolo è stato trasmesso. Visto che non procederanno oltre gli inquirenti trapanesi, che senso aveva rispondere a loro?” A Palermo, Trantino presenterà una memoria difensiva.
“Non è stato dimostrato he i dati sono stati forniti in modo falsato che quale siano stati realmente inviati. C’è un solo dato certo: che l’assessore Razza con grande senso delle istituzioni ha ritenuto doveroso dimettersi per non creare intralcio in comparto molto delicato nel momento più difficile e d’emergenza vissuto dalla sanità“, dice il legale catanese, pronto a dare battaglia su tutta la linea agli inquirenti trapanesi.
Trantino spiega perché Razza non ha commesso alcun reato, neppure in via ipotetica, e perché non vi è reato: i dati trasmessi dalla Regione giornalmente non incidono sulla determinazione delle aree di rischio nelle varie fasce, che invece vengono determinate tenendo conto dei dati raccolti tramite la piattaforma dell’Istituto Superiore della Sanità, caricati dalle aziende sanitarie provinciali senza che l’assessorato possa modificarli.
I dati al centro delle intercettazioni, invece, sono quelli trasmessi alla Protezione Civile, che servono ai bollettini quotidiani comunicati dalla Regione. Un lavoro che sconta di problemi organizzativi, ammette il legale di Razza, a cominciare proprio dalla difficoltà di allineare i numeri, visti i i ritardi da parte dei vari centri che devono inviare i dati stessi, a cominciare dai laboratori. I morti? Anche il conteggio dei decessi non incide affatto sulla determinazione delle fasce di rischio.
Intanto ieri Trapani sono cominciati gli interrogatori di Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dasoe, del funzionario della Regione Salvatore Cusimano e del dipendente della società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia.
Anche la Di Liberti si é avvalsa della facoltà di non rispondere, rimandando il chiarimento al confronto con i magistrati palermitani
“Solo nella mattinata di ieri è stata rilasciata la documentazione posta a fondamento dell’ordinanza del Gip, per cui la dirigente nei prossimi giorni potrà chiarire e documentare l’assenza di qualsiasi ipotesi di reato. La dirigente Letizia Di Liberti resta fiduciosa nell’operato dei magistrati che potranno tenere conto di nuovi ed incontrovertibili elementi di valutazione.”, dice l’avvocato Paolo Starvaggi di Patti.
Tra gli indagati c’è anche il messinese Ferdinando Croce. Assistito dall’avvocato Filippo Di Blasi, l’ex capo di Gabinetto di Razza è sotto la lente per due conversazioni intercettate con la Di Liberti all’inizio di gennaio scorso. Un avviso di garanzia nel senso più letterale del termine, quello spiccato nei suoi confronti dalla magistratura trapanese, allo scopo di sentirlo per avere chiarimenti sui colloqui con la funzionaria regionale.