Può tornare a Messina Chiara Schirò, la moglie dell’onorevole Francantonio Genovese, con lui coinvolta nell’inchiesta sulla gestione dei fondi per gli enti di formazione professionale Lumen, Aram ed Ancol. Il Tribunale Collegiale che sta conducendo il processo ha accolto la richiesta del difensore, l’avvocato Nino Favazzo, e disposto per la Schirò l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Obbligo che va a sostituire il piu’ rigoroso divieto di dimora, disposto qualche giorno fa dal Tribunale del Riesame, su rinvio della Corte di Cassazione. Favazzo ha fatto presente al Tribunale che il divieto di dimora disposto per la signora Genovese, vista la tipologia di reati contestati, non era idonea ad evitare una potenziale reiterazione, visto che si tratta di reati “praticabili” ovunque, non certo soltanto a Messina. Per Chiara comunque il processo va avanti, come riprenderà domani, per il marito, l’udienza preliminare davanti al Gup Monica Marino. Udienza che il giorno dell’apertura, lunedì scorso, è andata avanti per quasi 13 ore, terminando poco prima della mezzanotte. Domani, chiusa la tornata delle eccezioni preliminari avanzate dalle difese e rigettate praticamente in todo dal giudice, la discussione dovrebbe entrare nel vivo con le richieste della Procura. La scorsa settimana il Riesame ha disposto il divieto di dimora anche per Natale Capone, Natale Lo Presti e Graziella Feliciotto.