MESSINA – E’ questo uno dei punti che mira a chiarire l’inchiesta sul caso di Don Ciryl Pulukutty, morto il 3 settembre scorso nell’impatto tra il motociclo che guidava e la Smart che viaggiava in direzione opposta sulla litoranea nord, all’altezza di Pace.
Il sostituto procuratore Stefania La Rosa ha infatti chiesto al consulente tecnico di verificare le condizioni di sicurezza della strada, se la litoranea in quel punto fosse a norma con tutti gli standard di sicurezza richiesti e se fosse dotato delle protezioni moderne previste proprio per salvare la vita a quanti percorrono quel tratto di Consolare, Infine chiarire, al netto delle cause dell’impatto, se quelle condizioni avrebbero potuto salvare la vita al 64enne.
Il magistrato ha incaricato l’ingegnere Andrea Pirri, che ricostruirà quindi la dinamica dello schianto tra i due veicoli, ma metterà sotto la lente anche la manutenzione della via Consolare Pompea, per molti ormai una strada “nera”, visti i tanti incidenti tragici. Il dossier del consulente sarà sul tavolo della Procura tra qualche settimana, e a quel punto toccherà al PM decidere se allargare l’indagine ad altri profili, avvisando altre persone per valutarne il ruolo nella vicenda e le rispettive responsabilità, o chiudere l’inchiesta.
Ad oggi unico indagato è il giovane conducente della Smart che comunque, stando ai primi rilievi, viaggiava regolarmente nella propria corsia di marcia. Un atto dovuto, l’avviso di garanzia spiccato a suo carico, per garantirsi assistenza proprio durante le consulenze tecniche, a cominciare dall’autopsia, già effettuata.
Il dottor Gennaro Baldino ha portato a termine l’esame autoptico che non lascia dubbi: il 64enne è morto sul colpo, stroncato dal fortissimo impatto. Il corpo è stato restituito alla famiglia che gli ha dato l’estremo saluto durante i funerali, sabato scorso a Ganzirri.
Il conducente indagato è difeso dall’avvocato Salvatore Silvestro, mentre la famiglia Ciryl Pulukutty è assistita dagli avvocati Massimo Rizzo, Giuseppe Carrabba,