Mentre la famiglia e gli amici aspettano col fiato sospeso di sapere se Francesco Maestrale migliorerà, entra nel vivo l’indagine per ricostruire cos’è accaduto giovedì notte, sul viadotto Tarantonio, dove il fratello Riccardo ha perso la vita.
Il sostituto procuratore Maria Teresa Arena, titolare del caso, oggi incontrerà il medico legale di turno per affidargli il compito di stabilire com’è morto esattamente il ventiduenne di Milazzo. Il consulente potrebbe effettuare già oggi l’autopsia, e consegnare al magistrato i primissimi risultati. Quel che già si sa è che il cuore di Riccardo si è fermato subito, quando è stato travolto dalla Ford Eco Sport guidata da un giovane di Villafranca Tirrena. Quando i soccorsi sono arrivati, per lui non c’era già più niente da fare.
La Procura ha avvisato per omicidio colposo i due conducenti, il conducente della Ford e quello della Peugeot 208, un uomo di Barcellona Pozzo di Gotto, che ha tamponato un tir. Proprio per soccorrere lui Francesco e Riccardo si sono fermati e scesi, malgrado fosse notte fonda e si trovassero in piena corsia, sul viadotto.
Un gesto di altruismo costato troppo caro. Riccardo viaggiava in direzione di casa, a Milazzo. Tornava dal servizio a Cosenza, al I Battaglieri. “Si torna a casa”, aveva scritto poco prima su uno dei suoi profili social. Invece Riccardo a casa non è mai arrivato.