“Lo stop, almeno per ora, al progetto del Ponte, a smentita oltretutto delle parole del sottosegretario Faraone che in apertura dei lavori aveva indicato il collegamento stabile dello Stretto come priorità per lo sviluppo del Mezzogiorno, e l’accorpamento dell’Autorità Portuale di Messina a quella di Gioia Tauro”. E’ ciò che non è piaciuto, a Capitale Messina, delle parole del ministro Delrio, ieri in città.
“La sede itinerante o l'alternanza tra Sicilia e Calabria, prefigurata nelle parole del Ministro, non è prevista dal Decreto, che stabilisce la localizzazione della sede nel porto "core" dell'Autorità di Sistema, quindi nel nostro caso Gioia Tauro. Salvo che, ai sensi del comma 3 dell'articolo 7, il governatore della regione faccia istanza di trasferimento altrove, come è successo per la Sicilia orientale a Catania. Ma da noi chi dovrebbe richiedere lo spostamento della sede, il governatore calabrese? E sulla promessa autonomia amministrativa non comprendiamo con quali modalità potrebbe essere garantita: l'Ufficio Portuale avrà poteri e mansioni limitate, ergo, per ottenere una qualche forma di autonomia finanziaria del costituendo ufficio territoriale di Messina, si dovrebbe rifare la legge. Le parti più pregiate della nostra città, zona falcata, fiera, passeggiata a mare, etc. etc. saranno soggette alle decisioni del presidente e del Comitato di Gestione dell'Autorità di Gioia Tauro. Nel futuro Comitato di Gestione vi sarà uno squilibrio nei rapporti di forza tra le due sponde dello Stretto, 3 componenti su 5 sono infatti di nomina calabrese, uno nominato dalla Regione, uno dal comune di Reggio ed uno da quello di Gioia Tauro, risultato di questa fusione innaturale tra i porti appartenenti a due regioni differenti”.
Anche il proposito di garantire il reinvestimento delle risorse generate dai porti nel territorio di appartenenza – secondo Capitale Messina – “sembra legato alle generiche buone intenzioni del Governo. Neanche una parola, invece, sulle legittime preoccupazioni riguardo la crisi strutturale del porto di Gioia Tauro, che costituisce la principale riserva, aldilà dell'orgoglio di campanile di coloro che vedono questo accorpamento come un possibile abbraccio mortale. Non regge, Ministro, il paragone dell'accorpamento tra Copenaghen ed il porto svedese di Malmo, situazioni, purtroppo, molto distanti dalle nostre. Purtuttavia, abbiamo il diritto del dubbio ed il dovere della fiducia: utilizziamo il periodo della proroga per sollecitare i necessari provvedimenti correttivi del Decreto che possano garantirci quanto il Ministro ha promesso, e su questa iniziativa la città tutta deve essere coesa. E non intendiamo abbandonare la speranza che la scelta dell'accorpamento con Gioia Tauro possa essere modificata, perché continua a non convincerci in quanto la consideriamo dannosa per l'economia del nostro territorio. Ritenendo comunque preferibile, se accorpamento vi deve essere, che si resti in Sicilia: d'altro canto un Decreto si può anche cambiare”.
Insoddisfatta per l’incontro di ieri anche la Uil. “La visita-passerella del ministro dei Trasporti Del Rio – dice il segretario Ivan Tripodi – ha rappresentato una pagina nera e triste per il mondo del Lavoro del nostro territorio e per tutta la Città Metropolitana di Messina. Infatti, l'esponente del governo Gentiloni non ha sentito il dovere morale, né tantomeno ha avuto la sensibilità politica di ascoltare le lavoratrici e i lavoratori Messinesi. Nei giorni scorsi il ministro De Vincenti si era contraddistinto per una fugace apparizione in città assolutamente auto-referenziale e distante dalla quotidiana realtà sociale. Evidentemente, gli esponenti dei governi nazionali e regionali, così come gli amministratori locali e la classe politica, dimenticano che la crisi economica e sociale sta provocando una vera e propria macelleria sociale. In tal senso, è sufficiente consultare i drammatici dati legati all'assoluta mancanza di occupazione che, nella nostra provincia, raggiunge un tasso di oltre il 60% con la conseguente inarrestabile fuga dei nostri giovani costretti, come nel secolo scorso, ad emigrare per cercare miglior fortuna. Dobbiamo, pertanto, registrare che Messina, a causa di precise responsabilità politiche, è oggettivamente tagliata fuori da ogni concreta ipotesi di sviluppo futuro. A meno che per sviluppo non si intenda considerare l'ingiusta imposizione dell'Hot Spot nella Caserma di Bisconte che è cosa ben diversa dagli alti valori dell'accoglienza che, invece, sono parte integrante del nostro Dna. Buonanotte Messina”.
Sulla stessa linea il segretario generale della Cgil Messina, Giovanni Mastroeni: “Al ministro Delrio avremmo voluto rappresentare proposte utili ai lavoratori e al territorio. Registriamo con rammarico un’altra occasione di confronto persa su temi nodali per lo sviluppo, su questioni fondamentali come trasporti e infrastrutture che hanno condizionato ogni prospettiva economica e sociale del territorio. Al ministro – osserva Mastroeni – avremmo ad esempio voluto manifestare l’urgenza del potenziamento del sistema ferroviario, con il completamento e l’ammodernamento delle linee Messina-Palermo e Messina-Catania-Palermo”. “La nostra provincia – aggiunge – ha inoltre visto l’incremento dei flussi turistici nelle Isole Eolie. Il mantenimento ed il rafforzamento delle attività di trasporto sia veloce che di cabotaggio diventa essenziale in considerazione di questi flussi”.
Sulla delicata tematica dell’istituenda Autorità portuale del Tirreno Meridionale e dello Stretto Mastroeni fa presente come “sia la struttura di Messina che quella di Milazzo per caratteristiche storiche e vocazione consolidata hanno acquisito peculiarità ed autonomie che vanno salvaguardate e potenziate anche nella futura costituenda Autorità di sistema portuale, come valore aggiuntivo all’interno di una più ampia organizzazione territoriale e di sistema e in tal senso è utile la proroga annunciata sino al 31 dicembre”. La Cgil ha avviato una mobilitazione per l’immediata realizzazione delle infrastrutture di trasporto e logistiche per evitare che le direttrici dei traffici nazionali ed internazionali escludano il territorio, fatto che determinerebbe un ulteriore impoverimento economico ed occupazionale. "Senza un moderno sistema di trasporti la Sicilia, l’area dello Stretto – si evidenzia – non hanno alcuna possibilità di invertire il declino che ha caratterizzato questi decenni".
L'Autorità Portuale con Gioia Tauro – secondo la dirigente di Fratelli d'Italia, Elvira Amata, è uno scippo. "Se prima avevo solo il dubbio che questo accorpamento fosse deleterio per Messina, ma serviva solo a ripianare la difficile situazione economica di Gioia Tauro – scrive – le dichiarazioni del Ministro mi hanno definitivamente convinta che sia cosi. Non mi tranquillizza affatto la promessa verbale in base alla quale “le risorse che verranno prodotte in un’area nella stessa saranno reimpiegate”. I Decreti restano i Ministri cambiano. La richiesta fatta al Ministro da tutta la città attraverso il Consiglio Comunale e sostenuta, almeno a parole, dal Presidente della Regione Sicilia è un’altra ed è chiara : il MANTENIMENTO DELL’AUTORITA’ PORTUALE DI SISTEMA di MESSINA. Purtroppo il Ministro con le sue dichiarazioni ha dimostrato di non tenere conto di ciò ma di avere un suo progetto e di volerlo a tutti i costi realizzare. Vorrei chiedere al Ministro quali criteri lo hanno indotto a modificare la sua volontà di ridurre le AP del Territorio da 24 ad 8 visto che ne ha realizzate alla fine 15 e se non possa utilizzare lo stesso criterio per realizzare la 16 AP quella di Messina. Ribadisco che su una questione così delicata non può decidere il Governo peraltro senza chiare e convincenti motivazioni tecniche ma ha l’obbligo di ascoltare le realtà locali. Non accetto e non capisco( o forse si )perché non si possa avere sul nostro territorio la 16 AP considerato tra l’altro che Messina è già AUTORITA’ di SISTEMA. Fratelli d’Italia, partito che rappresento nella qualità di Capogruppo in seno al Consiglio Comunale ha, per volontà del Capogruppo alla Camera dei Deputati Fabio Rampelli (recentemente in visita a Messina),presentato una urgente interrogazione parlamentare a risposta scritta al Ministro Delrio nella quale evidenzia la necessità di rivedere il Decreto legislativo n169 del 2016 con il quale il Governo ha varato la riorganizzazione della disciplina delle Autorità Portuali con una riduzione delle 24 esistenti in 15 nuovi enti definiti autorità di sistema portuale (AdSP) in quanto è evidente dichiara Rampelli “come tale riforma per quel che riguarda l’accorpamento Messina Gioia Tauro vada nella direzione opposta dell’efficienza più volte richiamata dal Ministro Delrio”. “Fratelli d’Italia -continua Rampelli- ritiene necessario un confronto del Ministro con le realtà coinvolte”. Oltre questo Rampelli ha anche depositato nella competente commissione una proposta risolutiva per impegnare il Governo ad apportare i necessari correttivi normativi al Decreto per scongiurare definitivamente la soppressione dell’Autorità Portuale di Sistema di Messina.