Ci sono sei indagati eccellenti nell’inchiesta della Procura di Barcellona sulla costruzione di una villa su terreno demaniale a Lipari. Nel registro degli indagati sono finiti un dirigente comunale, tre comandanti dei Vigili Urbani che non hanno fatto eseguire un’ ordinanza del 20 novembre 2007 e perfino l’ex dirigente del Commissariato di Polizia di Milazzo Salvatore Scaffidi, 60 anni, che ha acquistato la casa da un fallimento con modalità in via di chiarimento.
Le informazioni di garanzia, firmate dal sostituto procuratore Francesco Massara , hanno raggiunto il dirigente comunale del III Settore, Bruno De Vita, gli ex comandanti della Polizia Municipale di Lipari che si sono succeduti negli ultimi 5 anni, Aldo Marino, Domenico Russo, e Stefano Blasco, tutti originari di Lipari e il titolare di una impresa edile, Giuseppe Russo, di Canneto, che avrebbe ristrutturato la facciata della villa pur senza possedere il nulla osta della Soprintendenza, necessario in quanto la zona è sottoposta a vincolo. Agli ex comandanti della Polizia Municipale viene contestato di non aver eseguito, su istigazione del vice questore Scaffidi, in maniera coattiva l’ordinanza di sgombero dell’edificio emessa il 20 novembre 2007 e di aver omesso “intenzionalmente la immissione in possesso da parte del Comune di Lipari dell’immobile”. De Vita, invece, essendo dirigente del III settore del Comune di Lipari, deve rispondere di non aver vigilato sulla esecuzione della stessa ordinanza e tutto ciò nonostante il responsabile tecnico dello stesso III settore, aveva iscritto l’immobile al patrimonio comunale con un atto del 20 maggio 2012. De Vita in quell’occasione fu invitato espressamente ad intervenire per procedere con la immissione in possesso dell’immobile. Con questi comportamenti, secondo l’accusa mossa dalla Procura di Barcellona, gli indagati avrebbero favorito Scaffidi che aveva acquistato l’immobile realizzato abusivamente su area demaniale di pertinenza cimiteriale.