Forse una discussione, un diverbio all’ingresso della discoteca dove stava lavorando. Forse il “no, non potete entrare” detto a qualcuno che, quella notte di Pasqua, in quel locale invece voleva mettere piede, eccome.
Sono tante le ipotesi che stanno vagliando proprio in queste ore i carabinieri della Compagnia Messina sud, ai comandi del Capitano Paolo Leoncini, sulla gambizzazione al buttafuori di 36 anni.
Il ragazzo è stato già ascoltato a lungo e, proprio grazie alla sua testimonianza, si è riusciti a ricostruire quello che è successo domenica notte, poco prima delle 5 di mattina.
Aveva appena finito di lavorare e, dopo aver posteggiato la macchina, si stava avviando verso il portone di casa, in una delle palazzine Iacp di via Taormina. Ad attenderlo accanto all’ingresso, però, con le teste coperte da caschi, c’erano due uomini con un motorino.
Come raccontato ai carabinieri, il ragazzo credeva potesse trattarsi di una rapina e solo dopo, quando ha visto la pistola e i due che si avvicinavano, si è reso conto di cosa stesse per accadere.
Cinque o sei colpi quelli che ha dichiarato di aver sentito esplodere. Uno lo ha centrato in pieno alla gamba sinistra, mentre sul posto i militari hanno ritrovato solo due ognine, adesso pronte per essere analizzate.
Con ogni probabilità l’arma utilizzata è un revolver calibro 38, ma per la certezza bisognerà aspettare l’esito tutti gli esami.
Quel che è certo è che i due uomini non avevano nessuna intenzione di uccidere, ma solo di ferire alle gambe.
Poi, una volta centrato l’obiettivo, sarebbero fuggiti via con il motorino.
La vittima invece, ancora sanguinante, ha raggiunto l’auto e si recata al pronto soccorso dell’ospedale Policlinico dove ancora si trova ricoverata nel reparto di Ortopedia.
I carabinieri hanno già sentito diversi suoi parenti e qualche collega della discoteca, alla ricerca di un possibile movente. Non è neanche escluso che, invece, possa trattarsi di una vendetta legata alla sua vita privata.